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Subject  :  La serrata dei portafogli
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  06 Jul, 2002 on 07:51
da La Stampa
6 luglio 2002

La serrata dei portafogli
di Massimo Gramellini

ACCOLTO da alcuni commercianti con incredulo disinteresse e da altri con preoccupata serietà, si è svolto ieri in Italia il primo sciopero dell'era moderna: quello dei consumatori. Protestavano (protestavamo?) contro i rincari sfrontati che hanno trasformato il passaggio dalla lira all'euro in un'ecatombe dei bilanci familiari: la famosa sindrome dello Zucchino d'Oro. Senza entrare nel merito della contesa, che verte sulla necessità di adeguare l'elenco dei beni su cui si misurano l'inflazione e, a cascata, gli scatti di contingenza e il potere d'acquisto degli stipendi, va registrata la novità di uno sciopero in cui per la prima volta non si rinunciava a prendere dei soldi ma a darli.

Uno strumento di lotta più vicino allo spirito gandhiano di Pannella che a quello di Cofferati. Non importa se la serrata dei portafogli, indetta da sigle dai nomi vagamente marziani come Adoc, Adusbef e Codacons, sia riuscita a raggiungere soltanto una minoranza dei clienti di mercati e grandi magazzini. Queste iniziative si alimentano da sole una volta per l'altra e già la prossima avrà più pubblicità e risultati migliori. La riflessione riguarda il condizionamento che certi gesti, protratti e affinati nel tempo, potranno esercitare in futuro: sui politici, sui commercianti ma soprattutto sugli stessi consumatori. Se, a furia di scioperare, ci accorgessimo che si può vivere bene anche consumando un po' meno, come farà a reggere un sistema economico che viceversa si basa sul presupposto che noi si consumi sempre di più?


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