Subject | : | Internet veloce, ma quanto ci costi? |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 30 Jan, 2002 on 07:38 |
da Il Corriere della Sera Mercoledì, 30 Gennaio 2002 Confronto europeo sull’Adsl. Gli enti di ricerca denunciano: «Prezzi folli per le linee affittate» Internet veloce, ma quanto ci costi? Italia più cara di Francia e Germania. Alla Gran Bretagna il record negativo
LE LINEE AFFITTATE - «Non c’è dubbio che un limite importante alla diffusione di Internet tra aziende e consumatori è dato dall’alto costo della connessione. Un dato che accomuna l’Italia a Grecia e Portogallo, ci allontana dagli altri Paesi industrializzati dell’Europa e potrebbe diventare drammatico con l’introduzione dei moderni servizi di rete». Questa denuncia arriva da Enzo Valente, direttore della Rete dell'Università e della Ricerca scientifica italiana (Garr), che sottolinea i costi proibitivi delle linee affittate. Quelle cioè usate da provider, università o aziende per costituire le proprie reti, collegate a loro volta a Internet. «Collegarsi via Internet da Malta a Catania costa oggi 10 volte di più che da Malta agli Stati Uniti - dice Valente -. Affittare una linea tra Roma-Milano a 155 megabit al secondo costa due miliardi l’anno, anche se la distanza è di neppure 600 chilometri. In Norvegia, la linea tra Oslo e Tromso arriva a 2000 chilometri, ma costa non più di 250 milioni di lire l’anno. Queste differenze non riguardano solo utenti particolari come le Università o le grandi aziende: tutti i navigatori sono coinvolti». IL CONVEGNO - Nel corso del convegno Società dell’informazione, promosso a Roma dal Consiglio nazionale delle ricerche, gli esperti delle tecnologie Internet hanno fatto il punto sul contributo che l’Italia dà alla crescita tecnologica della comunicazione in rete, sottolineando però le carenze del mercato e la mancanza di regole moderne: «Le alte tariffe imposte dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, introdotte per evitare che Telecom Italia potesse avvantaggiarsi come ex monopolista - spiega Valente - non hanno favorito in realtà il libero gioco della concorrenza, visto che gli altri operatori si sono adeguati di fatto alle tariffe più alte. L’unico rimedio sembra allora essere quello di liberalizzare i costi dei circuiti tra le varie compagnie». «Siamo lontani dall’esperienza americana, dove in molti Stati navigare in rete è completamente gratuita - dice Stefano Trumpy, presidente di Società Internet (la sezione italiana di Internet Society, la più autorevole associazione internazionale dedita allo sviluppo della rete) -. Di certo l’accesso alla rete sarebbe ancora più capillare da noi se gli alti costi delle linee non arrivassero a gravare anche sui singoli utenti». smontefiori@corriere.it http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |