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Torino lancia la sfida a Francoforte
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1. Torino lancia la sfida a Francoforte
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 19 Maggio 2002

LA FIERA DEL LIBRO Accanto alla grande affluenza di pubblico si consolida una nuova tendenza

Torino lancia la sfida a Francoforte
Il Lingotto si scopre internazionale: record di editori stranieri

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

TORINO - Una stanza tutta per loro, è quella che hanno a disposizione gli editori canadesi, francesi, tedeschi, inglesi, spagnoli, svizzeri e italiani per la compravendita dei diritti d’autore. E’ il segno materiale dell’internazionalizzazione della Fiera del libro di Torino, il riconoscimento da anni atteso che costituisce la novità di questa XV edizione. Non che gli stranieri prima la ignorassero, il tedesco Wagenbach, per esempio, vanta una fedeltà da record. Ma ora sono di più, molti di più. Notava stupefatto ieri Sandro Ferri, proprietario di e/o: «Sono arrivato al mio stand da due ore e sono venuti a visitarmi già una decina di editori stranieri. Niente di simile qui era mai successo».
Una quarantina di editori stranieri sono stati invitati e spesati dall’Istituto per il commercio estero che, in collaborazione con la Fiera, ha organizzato loro un’agenda di incontri con gli italiani interessati ad acquistare e vendere diritti. Nella stanza tutta per loro, oasi di pace nel rumoreggiare del Lingotto, si sono tenuti duecento incontri e i due giorni stabiliti per le trattative sono diventati, a grande richiesta, tre. Ovvia la soddisfazione di Maurizia Rebola, delegata all’organizzazione degli agenti stranieri: «Tutto è andato liscio, certo, c’è stato qualche piccolissimo editore italiano che il primo giorno chiedeva di incontrare tutti gli stranieri e un celebre agente inglese che ha annunciato d’esser qui solo per vendere. Erano i primi passi di una macchina che poi è andata a regime».
«Gli stranieri si sono sentiti coccolati, sono soddisfatti - dice Agnese Incisa, agente letteraria italiana di lungo corso, che non si perde nessuna fiera di diritti -. Del resto, l’internazionalizzazione è ormai una tendenza di tutte le fiere, anche quelle che come il Salon du Livre di Parigi e Torino sono nate con l’intento di vendere ai lettori». Annuisce Liliana Levi, presidente dell’associazione editori francesi, e sottolinea come la nostra partecipazione da ospiti d’onore al Salon du Livre abbia contribuito a intensificare i rapporti fra l’editoria dei due Paesi. Claude Charki della francese Seuil, che ha passato l’intera giornata seduto all’International Book Forum, ne è la fisica conferma. Naturalmente, non tutto è perfetto. Mercedes Casanovas della spagnola Agencia literaria osserva: «A me non pare opportuno che una fiera di diritti sia anche un parco giochi per bambini. Sono felice per loro e sono stupita da quanta gente venga a visitare la Fiera, ma si lavorerebbe meglio se ci fossero una o due giornate dedicate esclusivamente agli operatori professionali». Non ha comprato né venduto niente, i «compiti» li farà a casa dove torna con un pacco di libri italiani: «Sono contenta dell’opportunità di chiacchierare per due ore e magari finire a cena con editori italiani ai quali nella fretta di Francoforte non si riesce a dedicare nemmeno mezz’ora. Inoltre ci sono molti piccoli che non conoscevo: Fazi, Neri Pozza, Simonelli». Ed è proprio Livia Senni di Fazi a spiegare i vantaggi per i piccoli: «A Francoforte gli editori tedeschi, inglesi e americani fanno la parte del leone. Gli italiani, a meno che non siano i grandissimi, sono poco considerati». Anche i grandi però hanno ragioni di soddisfazione, come dice Emanuela Canali di Mondadori: «Il grosso editore alle fiere di diritti si concentra per acquistare, qui vende». Qualche motivo d’irritazione c’è. Per esempio il fatto che l’organizzazione non abbia i numeri di cellulare degli agenti stranieri, così quando Suhrkamp venerdì ha dato buca a tutti, nessuno sapeva dove trovare l’agente tedesco. Oppure, per dirla con Anne Marie Metaillé, dell’omonima casa francese: «E’ utile vedere con un colpo d’occhio l’intera vostra produzione, ma possibile che io venga qui e trovi solo editori, non le grandi agenzie di diritti italiane?».
Gli agenti letterari, specie stranieri, lamentano di non essere stati avvertiti, fra loro una celebre americana che non vuol essere citata. Lo stesso dice Viktoria Von Schieach di Bertelsmann: «Vengo da tempo, ma che ci fosse una comoda stanza all’International Book Forum, l’ho scoperto per caso. Ora per me aumenta la concorrenza». Von Schieach compra e quest’anno trova interessante la nostra saggistica: «Siete così veloci ad adeguarvi ai tempi», torna in Germania portando sottobraccio gli ultimi testi di Tiziano Terzani e di Elena Loewenthal.

Cinzia Fiori


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Date: 19 May, 2002 on 10:06
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