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Scuole unisex? Per ora no
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1. Scuole unisex? Per ora no
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 11 Maggio 2002

Ma con la riforma potrebbero esserci nuove aggregazioni tra classi

«Scuole unisex? Per ora no»

La Moratti sulla svolta negli Usa: analizzeremo il problema

ROMA - «In Italia non ci sono le ragioni per proporre le scuole unisex». Il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, è prudente sull’esperimento dell’amministrazione Bush che ha deciso di incentivare la creazione di istituti pubblici per soli ragazzi o ragazze. Tuttavia l’argomento non è archiviato. Il tema della divisione degli alunni per genere potrebbe riaffiorare con l’applicazione della riforma che prevede accanto alla classe mista tradizionale anche i «gruppi». E nulla vieta che siano omogenei. «Ogni paese deve organizzare il proprio sistema scolastico in funzione del suo specifico modello sociale e delle particolari condizioni giovanili - ha detto il ministro -. Non è corretto né giudicare né ispirarsi a ciò che fanno altri paesi, ma è opportuno che questo problema sia oggetto di analisi attente proprio alla luce delle condizioni di ogni paese». «Su questo tema sono stati fatti studi approfonditi e noi siamo impegnati a tenere la situazione sotto osservazione - ha aggiunto Letizia Moratti -, ma allo stato non ci sono motivi per pensare di dover modificare il nostro sistema scolastico».
Sui particolari della riforma i pedagogisti dello staff del ministro sono abbottonatissimi. Tuttavia fanno capire che alla classe mista, che ha monopolizzato l’organizzazione scolastica negli ultimi trent’anni, potrebbero affiancarsi con l’entrata in vigore della riforma anche altri tipi di aggregazione, che i professori e i tutor potrebbero modellare anche in base al genere. Vediamo perché. Con l’anticipazione facoltativa dell’iscrizione a materne ed elementari, uno dei capisaldi della riforma, avremo nelle classi una fascia di età più ampia. Ciò potrebbe accentuare le differenze, già evidenti tra coetanei, che bambini e bambine mostrano nelle fasi del loro sviluppo. I maschi fino a 9 anni, spiegano i pedagogisti, sono più avanti nell’attività fisica. Viceversa le femmine tra i 10 e i 14 anni superano i loro compagni di classe nello sviluppo mentale e affettivo. Ammettiamo che in una classe prevalgano ragazzine con un anno e mezzo in più dei maschietti. Secondo gli studiosi i problemi e le difficoltà nella didattica in un simile caso sono assicurati. La separazione dei bambini e delle bambine in due gruppi, potrebbe essere una soluzione. La classe mista, per alcune ore al giorno, verrebbe insomma divisa in sottogruppi unisex.
Il dibattito è aperto. Secondo Luisa Ribolsi, docente di Sociologia dell’Educazione a Genova, un’importante ricerca fatta negli Usa sulle donne di successo ha evidenziato che provengono in percentuale maggiore dalle scuole femminili. In quelle «miste», sostiene la Ribolsi, gli stereotipi del maschio e della femmina sono più forti. «Se non sbaglio - conclude la sociologa - il ministro Moratti ha frequentato il "Collegio delle fanciulle" di Milano».

Giulio Benedetti


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Date: 11 May, 2002 on 09:12
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