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Ricerca, il governo chiede l’aiuto dei privati
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1. Ricerca, il governo chiede l’aiuto dei privati
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 20 Aprile 2002

Presentato il piano della Moratti, dovrebbe portare all’assunzione di 54 mila persone. Levi Montalcini: i soldi sono pochi

Ricerca, il governo chiede l’aiuto dei privati

Nuovi stanziamenti per 14 miliardi di euro: si punterà su informatica, ambiente, salute ed energia


MILANO - Critiche e consensi alle decisioni del governo in materia di ricerca che prevedono, per il raggiungimento degli obiettivi, un pesante coinvolgimento dell’industria privata. Le «linee-guida per la politica scientifica e tecnologica» sono state presentate da Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Come previsto, non ci sarà una pioggia di euro. Nell’arco dei prossimi quattro anni si intende passare da un investimento pubblico dello 0,6 per cento attuale del prodotto nazionale lordo (Pil) all’1 per cento che equivale ad un incremento nei finanziamenti di 14.175 milioni di euro. Ma ciò sarà possibile se la crescita del Pil sarà del 2,5 per cento all’anno che è la promessa fatta dal governo.
La crescita della spesa pubblica assieme al varo di progetti finanziati congiuntamente dallo Stato e dall’industria dovrebbe elevare l’investimento globale pubblico/privato del 2 per cento (oggi è dell’1,07 per cento). Tutto ciò porterebbe un aumento del numero dei ricercatori pari a 54 mila unità.
Ma, cifre a parte, forse gli elementi più significativi delle «linee guida» sono le scelte compiute in tema di orientamenti della ricerca. Le preferenze sono cadute su «alcune macro-aree» che riguardano: meccanica strumentale, informatica e telecomunicazioni, energia, ambiente, trasporti, agroalimentare, salute e beni culturali.
Le grandi aree saranno «fertilizzate», come ha detto il ministro Moratti, attraverso lo sviluppo di tecnologie che le renderanno praticabili. E qui andiamo dalle biotecnologie all’informatica dalla microelettronica alle tecnologie biomedicali, chimiche, dei materiali, alla robotica e alle nanotecnologie.
Il ministro Moratti riconosce «il forte sottodimensionamento del sistema scientifico nazionale rispetto alle esigenze del Paese» e insiste sulla necessità di potenziare il mondo della ricerca industriale comprese le piccole e medie imprese.
«Le proposte sembrano ottime - dice il Nobel Rita Levi Montalcini - tuttavia resta da vedere se con un finanziamento così carente si possa attuare un piano tanto ambizioso. La ricerca di base dovrebbe essere maggiormente potenziata e nella sinergia tra pubblico e privato dovrebbe prevalere l’aspetto pubblico affinché si eserciti un maggiore controllo dei risultati e delle applicazioni della ricerca».
Per il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Lucio Bianco il giudizio è «ampiamente positivo». «Ora c’è una bussola per orientarci - aggiunge - ci sono le scelte sulle quali lavorare con dei programmi triennali. E’ vero che le risorse finanziarie sono contenute ma non credo che un maggiore finanziamento sarebbe efficace oggi per il nostro Paese. Dobbiamo formare nuovi ricercatori e occorre tempo. Per cambiare, però, bisogna preoccuparsi prima di tutto delle infrastrutture di ricerca nelle quali non si investe da molti anni. Inoltre bisogna far emergere meglio la domanda della ricerca dai vari settori per adeguare opportunamente la risposta».
Meno entusiasta è Flaminia Saccà, segretario dell’associazione dei dottori di ricerca. «Mi sembra che le risorse siano troppo esigue - dice - e non consentano di stare al passo con gli altri Paesi europei i quali già investono più di noi oggi e chissà dove saranno fra quattro anni».
Le linee per la ricerca del governo rappresentano «una risposta concreta alle richieste avanzate dalla Confindustria a Parma - ha commentato il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano - e permetteranno un rapporto industria-ricerca sempre più determinante».
Le linee guida ora serviranno per la formulazione del programma nazionale della ricerca 2003-2006.

Giovanni Caprara

il saluto

E Berlusconi: grazie Margaret, cioè Letizia


ROMA - Letizia Moratti come la lady di ferro, Margaret Thatcher. Ieri a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi, in vena di battute, ha scherzato con il ministro dell'Istruzione. Il ministro aveva appena illustrato le nuove linee guida per la politica del governo nel campo della ricerca scientifica. «Grazie Margaret», ha sorriso il presidente del Consiglio rivolto alla Moratti. Poi si è corretto: «Anzi, grazie Letizia...». Berlusconi ha elogiato le doti di fermezza della Moratti anche quando si è trattato di difendere le ragioni dell'Italia di fronte alle richieste della Germania sul progetto Galileo per un sistema europeo di navigazione satellitare. «Si è imposta con un veto. Ha la capacità di dire no», ha aggiunto il presidente .


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Date: 20 Apr, 2002 on 08:50
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