Dopo l’esperimento tedesco parla il responsabile Cei

Ora di Corano a scuola?

ROMA - In Germania è una realtà. Anche se sperimentale: in otto scuole della Bassa Sassonia, da quest’anno, i musulmani potranno avere la loro ora di religione. In Italia la materia è facoltativa dal 1994. Ma non c’è possibilità di scelta: la religione è solo cattolica. Nelle nostre classi ci sono 150 mila alunni stranieri, il 2% del totale. Di questi circa la metà viene da Paesi arabi. Possibile che si decida di fare lo stesso passo? «Non saremmo contrari, ma il vero problema è un altro», dice monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e presidente della commissione della Cei (Conferenza episcopale italiana) per il dialogo e l’ecumenismo. Cosa vuol dire «non saremmo contrari»?
«È una scelta politica. Se lo Stato lo ritiene opportuno ha il dovere di farlo. In Germania come in Italia. Da noi sarebbe necessaria un’intesa con le comunità musulmane. Se si decidesse di procedere, i tempi sarebbero lunghi».
Ma il principio è condivisibile?
«Non c’è dubbio. L’Europa e l’Italia sono sempre più multirazziali. Ma il cuore del problema non è certo l’ora di religione».
Che cosa intende?
«Quello che conta sono i comportamenti quotidiani, l’apertura verso gli altri».
E questo come può essere realizzato nella scuola?
«Bisogna guardare a tutte le materie. Ogni professore dovrebbe favorire la conoscenza del diverso. Faccio un esempio: è capitato che non si facesse il presepe per rispetto verso gli studenti di altre religioni. Questa è una follia. Sarebbe bello se i bambini spiegassero ai compagni musulmani che il presepe si fa per ricordare la storia di Issa, che è il nome di Gesù nel Corano».
Vale anche il discorso opposto, però.
«Certo. Sarebbe altrettanto bello se gli studenti musulmani spiegassero ai compagni cattolici perché fanno il digiuno del Ramadan. Tutto questo conta più di una sola ora di lezione. La conoscenza è il miglior antidoto contro il fondamentalismo. Questo non vuol dire rinunciare a testimoniare il proprio Dio. Significa farlo con una posizione di apertura verso gli altri».
Il vescovo di Fulda giudica positivamente il progetto tedesco. Dice che così l’insegnamento della religione musulmana «è controllato». Cosa che non avviene nelle scuole coraniche.
«Non sono d’accordo. I musulmani hanno l’obbligo di frequentare le scuole coraniche. E’ lì che apprendono l’arabo, la lingua nella quale Dio ha parlato».
Non cambierebbe nulla, quindi.
«Credo di no: l’ora di religione non si sostituirebbe ma si aggiungerebbe alle scuole coraniche. Un motivo in più per capire che questo non è il vero problema. Mi piace ricordare un episodio. Stava per scoppiare la guerra in Iraq. Ero in visita in una scuola vicino a Perugia, e un bambino, Mustafa, musulmano, mi chiede: "chi vincerà, Dio o Allah?"».
E lei cosa ha risposto?
«Che era difficile dirlo. Perché Dio e Allah sono la stessa persona chiamata in due modi diversi. Parlavo a un bimbo di 6 anni, e ho semplificato un po’ le cose. Ma questo è il messaggio».

Lorenzo Salvia