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Oscurati i siti Internet sulle Brigate rosse
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1. Oscurati i siti Internet sulle Brigate rosse
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 31 Marzo 2002

IL CASO
Oscurati i siti Internet sulle Brigate rosse


MILANO - Due siti strutturati alla stessa maniera. www.brigaterosse.it e Brigaterosse.com . Più un indirizzo di posta elettronica: info@Brigaterosse.it . All’interno la storia delle Br, i personaggi più conosciuti, gli anni di piombo, le colonne, il caso Moro, le interviste. Ma anche messaggi relativi all’omicidio di Marco Biagi, il consulente del ministro del Lavoro ucciso sotto casa a Bologna. Insomma, una sorta di grande contenitore con dentro anche i documenti più significativi della lotta armata. Ma anche un luogo di discussione dove simpatizzanti e critici potevano esprimere la loro opinione. Proprio il contenuto di alcuni messaggi ha convinto gli investigatori a oscurare il sito e a denunciare chi lo aveva registrato (si tratta di Tommaso Fera, su di lui sono in corso accertamenti). Indagini vengono svolte anche sulla società che lo ha ospitato, la Got.it di Bergamo. Numerosi i messaggi inviati. Biagi è indicato come «un nemico del popolo»; e ancora: «È opportuno che chi è comunista esca di casa e combatta. Contro lo Stato». «Chi ha ucciso Biagi - scrive un anonimo - non ha le palle perché ha colpito uno strumento di cui usufruiva il toro (lo Stato) e non ha tagliato la testa». Jessika scrive: «Il voto non paga, prendiamo il fucile! Onore ai compagni e combattenti antimperialisti caduti». Uno che si firma Ammiratore: «Avete fatto bene a uccidere Marco Biagi. Vi dovete far sentire ancora di più». Ma ci sono anche email di critica, come quella di una certa Viviana: «Uccidere serve a creare odio e non consenso». Oppure: «Chi come Dio pensa di poter giustiziare in nome di un’idea, giusta o no, questo non importa, è un assassino, non un rivoluzionario».

Alberto Berticelli


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Date: 31 Mar, 2002 on 11:40
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