GLI AVVERSARI: NON È VERO. CONTESTAZIONI A RAFFICA SUI VOTI IN ASSEMBLEA

Guerra di cifre alla Hewlett

Fiorina: ho vinto e ci fondiamo con Compaq

Il destino della Hewlett Packard è stato deciso ieri dai voti pro o contro la fusione con la Compaq, espressi dagli azionisti nell'assemblea di Cupertino (California). Carly Fiorina, la top manager che ha fortemente voluto l´accordo, canta vittoria, ma anche gli avversari si dicono fiduciosi sull´esito della conta. In realtà nessuno sa ancora come sia andata e fonti ufficiose della società dicono che il verdetto si farà aspettare per settimane. Questo perché sulla fusione da 20,6 miliardi di dollari si prevedono contestazioni legali su ogni singola scheda. Si fa addirittura il paragone con il contestato spoglio elettorale Bush-Gore in Florida. Data la delicatezza della situazione, il compio di raccogliere le schede e dichiarare il vincitore è stato affidato a una società esterna, la Ivs Associates, che ha fatto sapere di voler concedere «tutto il tempo necessario» alle due fazioni per rivedere e contestare i voti. Ogni rivendicazione di vittoria appare per ora poco credibile, a meno che la parte sconfitta non la convalidi. Oggi a Houston (Texas) si riunisce un´assemblea chiamata a decidere sulla stessa fusione, ma in un´atmosfera del tutto diversa: è quella della Compaq, da cui non si attendono sorprese. I soci voteranno in massa «sì», grazie al ricco premio, rispetto alle quotazioni di mercato, che offrirà la Hewlett Packard se l´affare andrà in porto. L´onerosità dell´acquisizione è solo uno dei motivi che hanno spinto molti azionisti della Hp a dire di no. I mille (fra gli oltre 900 mila potenziali) dei soci di Hewlett che si sono adunati ieri in un auditorium della Silicon Valley, in un´atmosfera elettrica, hanno sentito dapprima le ragioni di Carly Fiorina, la top manager secondo cui inglobare la Compaq è «indispensabile per garantire il futuro a lungo termine della Hp». Poi sono partire le bordate degli oppositori, capitanati da Walter Hewlett, figlio ed erede di uno dei due fondatori. Nel suo estremo affondo anti-fusione, parlando a nome delle due famiglie storiche dell´impresa, oggi detentrici del 18% delle azioni, Hewlett ha detto che «non abbiamo bisogno della Compaq, perché non siamo una società in crisi, bisognosa di cambiare pelle. Per decenni la Hp è stata considerata un modello di come debba essere un´azienda americana». Gli eredi Hewlett e Packard temono che le loro quote si diluiscano troppo in un gruppo più allargato. Ma temono anche, più in concreto, che risultino diluiti gli utili per ogni nuova azione, dato che «la società dipenderà troppo dalla vendita di prodotti e servizi a bassa remuneratività». Dalla parte di Walter Hewlett erano diverse banche e fondi pensione, ma più o meno altrettanti grandi azionisti sono stati persuasi dagli argomenti della Fiorina, per cui sono risultati decisivi i piccoli azionisti. Carly Fiorina è una delle donne di maggior successo d´America, ha messo in gioco la sua credibilità nella fusione con la Compaq e se l´operazione non andasse in porto si dimetterà, il che sarebbe considerato, di per sé, un fatto assai negativo per la Hp. Walter Hewlett ha detto che «la fusione sarà molto più distruttiva del cambiamento di un amministratore delegato».

Luigi Grassia