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Gli insegnanti contro la Moratti in nome ed in difesa della scuola
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1. Gli insegnanti contro la Moratti in nome ed in difesa della scuola
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da Corriere del Giorno di Puglia e Lucania
Sabato, 16 febbraio 2002

Davanti alla Prefettura di Bari da tutta la Puglia
Gli insegnanti contro la Moratti in nome ed in difesa della scuola

di Anna Caiati

Gli insegnanti di tutta Italia non accettano la riforma del Ministro Letizia Moratti. E così ieri mattina centinaia di docenti, supportati da qualche alunno, sono scesi in campo per far sentire la “loro”.
In Puglia si sono ritrovati davanti la Prefettura di Bari. Delegazioni di tutte le province pugliesi, ma soprattutto da quelle del capoluogo, della GILDA e dello Snals hanno contestato la riforma, inaccettabile per la categoria.
“Non siamo qui per chiedere un aumento dello stipendio”: questo il coro unanime degli insegnanti di tutte le scuole, dalle elementari alle superiori.
I problemi da risolvere sono tanti. In particolare i docenti si lamentano del fatto che la riforma della Moratti, approvata con la Finanziaria, non ha incontrato, a tempo debito, le parti interessate e tenendo conto solo dei risparmi finanziari.
Così, dicono gli insegnanti, ora ci ritroviamo con il pericolo della riduzione di posti di lavoro, con le cattedre a 18 ore (che possono arrivare a 24) per ciascuna disciplina scolastica, classi con minimo 30 alunni, la diminuzione dei laboratori, l’edilizia fatiscente, la riforma degli esami di Stato che possono essere effettuati ora anche in scuole private parificate a quelle “non di elite”. La scuola viene vista sempre più come azienda, e a loro questo non va giù. In Puglia saranno eliminate 535 cattedre. 56mila in tutta Italia. I dati ce li ha forniti Grazia Perrone del Direttivo Provinciale della Gilda di Bari.
Con l’accorpamento di classi inferiori ai 30 alunni e la diminuzione di posti, ci ha detto, ci saranno tagli organici in tutte le scuole pugliesi: 369 nelle scuole superiori, 160 nelle medie e 16 nelle elementari.
A tutto ciò va aggiunto che in Europa gli insegnanti italiani sono i più mal pagati. Riscuotono mensilmente oltre 500 euro in meno rispetto ai colleghi di altri Stati Cee.
La scuola del futuro sembra essere più simile a quella americana. Si finirà come negli Stati Uniti, dice un’altra professoressa, dove le scuole statali servono solo ad evitare che i giovani a rischio non finiscano nel mondo della delinquenza, mentre nelle scuole private, sempre americane, si formano le classi d’elite.
La Pedagogia, base di ogni insegnamento, da quella antica dei greci a quella più moderna, dice che la Scuola è formata dal rapporto tra docente ed alunno. Ci dice un professore con tono serio. Cosa c’entra la politica? E poi si può risparmiare sulla cultura?
Il Governo Berlusconi sinora, dicono i manifestanti, ha continuato e confermato la stessa politica del Ministro Berlinguer, già duramente criticata. Ed ora ci si mette anche la “devolution”.
Il passaggio degli Istituti Professionali alle regioni è inconcepibile per i professori. “Ci avevano parlato di autonomia scolastica. Non è vero nulla. Alle scuole era demandata la scelta del 15% delle materie. Ora sarà la Regione a decidere anche su questo. Hanno così tolto quel poco di autonomia che avevano le scuole. La “devolution” insomma è contro la scuola”.
Con questo modo di fare, dice un gruppo di loro, finiranno per “scappare” i migliori insegnanti dalle scuole statali per farli passare alle private, sempre più agevolate. La funzione del docente sembra essere sempre meno valutata.
I docenti si sentono demoralizzati al punto che riescono sempre meno ad infondere fiducia negli alunni, futuri cittadini, e magari insegnanti, come loro. Per non parlare delle offese gratuite di Sgarbi alla categoria.

Anna Caiati


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Date: 16 Feb, 2002 on 08:33
Gli insegnanti contro la Moratti in nome ed in difesa della scuola
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