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Spagna, la religione torna obbligatoria
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1. Spagna, la religione torna obbligatoria
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da Il Corriere della Sera
27 giugno 2003

Spagna, la religione torna obbligatoria
Nelle scuole la possibilità di optare fra corsi cattolici e «non confessionali»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

MADRID - L’insegnamento della religione sarà obbligatorio nelle scuole pubbliche in Spagna a partire dall’anno scolastico 2004-2005. In base a una riforma per decreto annunciata dal governo di José Maria Aznar gli allievi avranno la possibilità di optare fra religione cattolica e corsi «non confessionali» di storia delle religioni. E’ stata abbandonata la vecchia alternativa fra catechismo, impartito da professori pagati dallo Stato ma scelti e talvolta licenziati dai vescovi, ed «etica», materia lasciata alla discrezione delle singole scuole che potevano trasformarla in informatica o qualunque attività ludica senza rapporto con la divinità. Ora questa discrezionalità laica è finita perché la storia delle religioni, materia chiamata anche «fatto religioso», prevede lo studio di temi come «verità e fede», «fascino del religioso», «l’orazione», «l’individuo di fronte al mistero», «luoghi di culto», «religioni e senso della vita». Sarà insegnata da professori di storia e di filosofia prescelti dallo Stato che non rischieranno, come è capitato ad alcuni insegnanti di catechismo, di essere licenziati perché convivono con una persona senza essere sposati o perché hanno sposato una donna divorziata.
A differenza del passato in cui catechismo ed «etica» erano materie senza influenza sulla votazione finale, religione cattolica e «fatto religioso» saranno materie che conteranno come le altre per passare al corso superiore e, nell’ultimo anno della scuola secondaria, per passare all’università. In un sistema scolastico in cui tutte le materie valgono per calcolare la media finale saranno considerate alla stregua della matematica, della chimica o delle scienze. Agli allievi verranno impartite lezioni per tre ore alla settimana dalla prima elementare all’ultimo anno della scuola secondaria.
La riforma, annunciata dal ministro dell’Istruzione Pilar del Castillo, ha sollevato polemiche a non finire in un Paese in cui il posto della religione nella sfera pubblica è un tema molto delicato. I suoi detrattori vi hanno scorto una vittoria del cardinale Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale, che da tempo aveva chiesto al governo popolare di considerare la religione come una «disciplina scientifica». Il cardinale sostiene che un accordo firmato nel 1976 fra il Vaticano e la Spagna prevale sulla Costituzione del 1978 che esclude una religione di Stato: l’articolo 16 recita «nessuna confessione religiosa avrà carattere statale». E’ una interpretazione che i governi spagnoli succedutisi dalla Transizione hanno respinto e che non era stata accolta neppure dal governo Aznar nella prima legislatura, quella a maggioranza relativa. Ora, con la maggioranza assoluta, il governo popolare, al cui interno l’influenza dei cattolici conservatori è grande, ha ritenuto di avere le mani più libere e ha dato ragione ai vescovi, preoccupati per la crescente laicizzazione della società e per la crisi delle vocazioni.
I partiti di sinistra, socialisti e comunisti di Izquierda Unida, sono insorti assieme a sindacati e a decine di organizzazioni non governative. Il leader socialista Rodriguez Zapatero ha annunciato che presenterà un ricorso al Tribunale Costituzionale. Secondo lui la riforma va contro la Costituzione, che garantisce l’eguaglianza e la libertà religiosa, obbligando i cittadini a pronunciarsi sulla loro fede. Allo stesso modo la pensano i sindacati principali, UGT e Comisiones Obreras.
Zapatero ha detto che in un sistema in cui tutte le materie si equivalgono al momento di calcolare la media finale «è inaccettabile che il voto in religione possa decidere se un giovane sarà medico o architetto». «Il governo impone che la religione conti quanto la matematica o la storia per scegliere una facoltà universitaria - afferma il giovane leader dell’opposizione -. Mentre le nazioni moderne preparano i loro giovani con una istruzione del XXI secolo, il governo del Partito popolare ci fa tornare indietro ai principi educativi del XIX secolo ».


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Date: 27 Jun, 2003 on 07:25
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