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Dvd e videogames usa e getta
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1. Dvd e videogames usa e getta
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da Il Corriere della Sera
19 maggio 2003

La Disney lancerà da agosto i film che si autodistruggono in 48 ore

Dvd e videogames usa e getta
Risparmio e facilità d’impiego: il segreto dei programmi «suicidi»

«Questo dvd si autodistruggerà entro 48 ore». L’inquietante messaggio alla 007 non compare su documenti protetti da segreto di Stato, ma sulla confezione di film come «Bambi» o «Toy story». Nessuna esplosione, ma un semplice processo chimico renderà inutilizzabili i dvd che dal prossimo agosto verranno distribuiti dalla Buena Vista Home Entertainment, casa madre della Walt Disney video. Stessa sorte, meno cruenta, per alcuni videogiochi di prossimo lancio in Giappone, sviluppati per la console portatile Game boy advance dal colosso Nintendo. In barba a problematiche ambientali e a scrupoli di mercato che avevano fatto optare per il concetto politicamente corretto di «usa e riusa», le due multinazionali annunciano per l’industria dell’intrattenimento un ritorno in stile all’«usa e getta». Non solo tradizionali penne e rasoi, quindi, o addirittura telefoni cellulari e personal computer, i prodotti «a scadenza» si orientano decisamente sul ricco mercato dell’ home entertainment . Le prime aziende a utilizzare la nuova tecnologia per contenuti video sono state la Atlantic Records e la Metro Goldwin Meyer, che pensò bene di distribuire su questi supporti proprio i promo del nuovo film di James Bond, «Die another day». Ma il progetto commerciale della Walt Disney appare ben più strutturato e sui dvd autodistruggenti vuole costruire un nuovo mercato di noleggio dei film. Invece di doversi recare in un negozio apposito, prendere il titolo cercato e doverlo riconsegnare, i nuovi dvd potranno essere acquistati a basso costo (lo stesso del noleggio, si suppone) in un qualsiasi negozio o supermercato. E dopo la visione, sarà sufficiente buttarli via. Il nuovo stile di fruizione, che certamente non renderà felice la catena Blockbuster (che basa circa il quinto dei guadagni sui ritardi), si basa su una tecnologia sviluppata da due aziende americane, la Spectra System - i richiami a James Bond non finiscono mai - e la Flexplay, fornitrice della Disney. Il metodo di degenerazione del supporto video utilizza principi chimici, come detto, che rendono il lato inferiore del dvd illeggibile. Una volta aperta la confezione, la «bomba chimica» inizia a scandire il tempo rimasto: a contatto con l’aria una pellicola trasparente sul dvd inizia a evaporare, facendo cambiare colore alla superficie. Trascorse le 48 ore il disco risulterà così «scuro» da non poter essere penetrato dal raggio laser deputato alla lettura dei dati. E neanche il più abile degli hacker potrà farci qualcosa, anche se durante la «finestra di visione» questo tipo di dvd può essere «piratato» esattamente come gli altri.
Un evidente risparmio in termini di distribuzione e organizzazione, che fa da contrappunto all’altrettanto e, forse, più evidente spreco di materiali, seppur tutti riciclabili. Uno studio condotto dalla stessa Flexplay dimostra che, se il nuovo prodotto andasse a intaccare il 10% del mercato del noleggio, nei soli Usa ogni anno si troverebbero nella pattumiera di casa 350 mila dvd, pari a 5.600 tonnellate di rifiuti solidi. Dal canto suo, la Nintendo ha annunciato che presto partirà la sperimentazione di giochi «a scadenza» sul suo Gba, con una strategia atta a imporre ulteriore dipendenza agli appassionati del videogioco da passeggio. Il software che darà vita ai nuovi titoli si potrà scaricare direttamente sulla propria console portatile a un costo limitato. Ma ancora più ridotta sarà la sua possibilità di utilizzo, dipendente dalla resistenza dell’utilizzatore o dalle pile: il gioco «vive» fin quando il Gameboy rimane acceso.
E dopo il lancio nel 1999 dei telefoni cellulari, fogli di plastica a carica limitata delle dimensioni di una tessera telefonica, commercializzati senza troppo successo negli Stati Uniti, e delle carte di credito monouso pensate per il commercio elettronico su Internet, nel 2005 sarà il momento del cosiddetto Ppc, Paper personal computer . Un calcolatore, che sarà più che altro uno strumento di lavoro, fatto di carta e inchiostro speciale ad alta conduttività, alimentato da fotocellule solari e che funzionerà grazie a un microprocessore dello spessore di un foglio. Ognuno di questi computer sarà deputato a un’unica, singola applicazione (scrivere un testo, utilizzare un foglio di calcolo, collegarsi alla rete), che una volta completata potrà essere inviata via web, oppure il Ppc potrà essere piegato e spedito in una normale busta con la posta tradizionale. Gli unici consumatori scontenti saranno alla fine gli inguaribili collezionisti, che continueranno a preferire la copia di un film senza scadenza. Per vederla, rivederla e conservarla gelosamente su di uno scaffale.

Federico Cella


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Date: 19 May, 2003 on 08:24
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