da La Stampa
Martedì, 29 Marzo 2005Attenzione il bidello non è un ramo secco
«Perché non eliminare il gran numero di bidelli? Basterebbe affidare a cooperative esterne la pulizia e così si risparmierebbe un bel po’ di denaro pubblico».
Questa l’idea di un lettore, da affiancare al programma di tagli economici nella scuola. Il grande vantaggio sta che, così facendo, non sarebbe più necessario incidere sulla docenza e quindi sulla qualità del servizio didattico. Si rassicuri: la coperta in quella direzione è già stata abbondantemente accorciata. In percentuale, sono molto meno di un tempo gli operatori scolastici in forza a un istituto (così si chiamano ora i bidelli), così come sono meno gli insegnanti e gli impiegati ATA (segreteria, bibliotecari, personale tecnico).
Sono già stati attuati vistosi tagli: quando ci sono i collegi docenti stiamo tutti comodamente nell’aula magna; le assemblee sindacali si fanno tranquillamente in una classe, se non addirittura nel magazzino delle scope. Il compito dei bidelli non si esaurisce nel tenere pulita la scuola. Sono gli occhi attenti nei corridoi ed in ogni altra zona franca, spesso i confidenti degli alunni: conoscono ragazzi, i loro problemi, le dinamiche di gruppo. Sanno essere un punto di riferimento sia per gli studenti che per gli insegnanti. E molti di loro, poi, sono indispensabili nel seguire i ragazzi con handicap. Anche per loro la scuola è passione. Chi non la vive così è il ramo secco da tagliare: prof, personale ATA, bidelli e, perché no, studenti. m.low@lastampa.it
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