da Repubblica
Domenica, 3 Aprile 2005L´INTERVENTO
Perché la Puglia va in piazza contro la scuola della Moratti
Il governo ha firmato provvedimenti funzionali alla privatizzazione e a una rigida separazione fra ceti
MIMMO MILEO
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MAI come quest´anno il mondo della scuola, dell´università e ricerca è sceso in piazza per lottare contro provvedimenti del governo che mirano a impoverire la qualità dell´offerta formativa pubblica. Il recente sciopero nazionale del 18 marzo rivendicava: il rinnovo del biennio economico 2004-2005 del contratto di lavoro del personale docente e Ata (Ausiliari tecnici amministrativi); l´avvio di una vera politica di investimenti pluriennali per la scuola pubblica; l´immediata definizione delle immissioni in ruolo del personale docente e Ata, come previsto dalla legge 143/04, a partire dal 1° settembre 2005; la salvaguardia delle prerogative dell´autonomia scolastica e il rispetto del contratto di lavoro; l´unitarietà del sistema d´istruzione e il più fermo rifiuto della regionalizzazione prevista dalla devolution: la netta contrarietà a qualsiasi intervento legislativo finalizzato alla definizione dello stato giuridico del personale della scuola.
A peggiorare le cose è intervenuto nel frattempo il Senato, che ha approvato il disegno di riforma costituzionale con 162 voti favorevoli e 14 contrari. Il testo approvato sovverte radicalmente alcuni principi fondamentali su cui si è costruita la nostra Repubblica: l´attacco al nostro sistema democratico è pesante e, per quel che ci riguarda, con la devolution su scuola sanità e polizia locale, si destruttura il sistema nazionale di istruzione. Anche in questo caso non possiamo rimanere silenti: occorre mobilitarsi da subito per preparare il referendum che dovrà respingere questo grave attacco alla nostra democrazia. La Cgil ha già aderito all´appello di "Libertà e giustizia" perché il 2 giugno si celebri anche la festa della Costituzione. Infine il governo ha anche approvato sia il decreto sul diritto-dovere, invitando le famiglie socialmente più deboli a far studiare meno i propri figli mentre, sia il decreto sull´alternanza scuola-lavoro, indebolendo la centralità dell´investimento in istruzione, spingendo larghe fasce di giovani verso un lavoro anticipato e contribuendo ad ampliare ulteriormente le differenze sociali che erano già riscontrabili all´interno del nostro Paese.
Siamo di fronte a provvedimenti che ci sembrano funzionali alla privatizzazione della cultura e alla divaricazione sociale. Noi saremo sempre in campo per difendere la scuola pubblica e i diritti dei più deboli, in particolare del personale precario, per la cui immissione in ruolo, tanto reclamizzata, il ministro ha dimenticato di prevedere le necessarie risorse finanziarie e del personale Ata già in servizio presso gli enti locali. La Flc Cgil di Bari è impegnata a offrire la necessaria consulenza legale confortata dalle sentenze favorevoli già avute nella nostra provincia. La nostra posizione è chiara. Questi provvedimenti non sono migliorabili: sono da abrogare.
segretario Flc Cgil Bari
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