La Rete è tecnologia e capacità d’ascolto
di FRANCO CARLINI

Può costare 5 milioni di euro il rifacimento e la gestione per 31 mesi di un portale Internet di un grande Comune italiano? La somma sembra spropositata, anche se la gara porterà verosimilmente a dei significativi ribassi. Mettiamoci pure molteplici server, potenti e robusti, aggiungiamo una connettività a larghissima banda, locali protetti dalle guardie giurate e rinfrescati da un soffio continuo di aria condizionata, una squadra di tecnici di pronto intervento 24 ore su 24, 7 giorni su 7 eccetera. Anche così, effettivamente, si fa una certa fatica a raggiungere i 10 miliardi di vecchie lire: già la metà sarebbe adeguata. D'altra parte l'attuale sito istituzionale del Comune di Roma sembra effettivamente avere bisogno di una robusta revisione, ma forse il grande impegno finanziario andrebbe rivolto più alle idee che alle tecnologie, come invece questo appalto delinea. Oggi nel portale di Roma praticamente ogni area tematica presenta una faccia diversa e differenti modalità di navigazione, il che non è proprio l'ideale. Questo in qualche modo è normale perché nel corso di dieci anni si sono sviluppate dal basso moltissime iniziative Internet per i cittadini, grazie a diversi assessori e assessorati, inevitabilmente diverse nello spirito e nei linguaggi. Vale per gli enti pubblici come per le aziende. La sensazione invece è che, svaniti gli entusiasmi ingenui per l'Internet, prevalgano oggi stanchezza e riflusso verso il tecnico, anziché ascolto e partecipazione. Un megaportale come quello di Roma infatti non ha bisogno solo di una robusta infrastruttura tecnologica; domanda invece una molteplicità di comunicatori sparpagliati e attivi, uniti da un'idea comune: una comunità di «funzionari web», proiettati verso la comunità civile.

WEB-ECONOMY
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