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Le scuole si fermano, studenti in cattedra
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da Il Corriere della Sera
Mercoledì, 11 Dicembre 2002

Incontri contro la guerra e la riforma, al Parini un servizio d’ordine interno. Domani corteo in centro degli operai Alfa

Nuove proteste, undici scuole occupate
Lezioni sospese e assemblee. Il preside dell’Agnesi avvisa i genitori con 1070 sms e email

La protesta degli studenti. Sale a 11 il numero delle scuole superiori milanesi che, tra occupazioni e autogestioni, si sono fermate. Al posto di lezioni e compiti in classe, collettivi sulla riforma Moratti, assemblee sugli arresti dei «disobbedienti», discussioni sulla strage di piazza Fontana, collettivi di politica internazionale. Ieri si sono fermati il liceo classico Parini, dove i ragazzi hanno deciso per l’autogestione, e gli istituti magistrali Tenca e Agnesi, occupati dalla prima mattina, gli scientifici Marconi, Allende, l’Itc Sraffa, il professionale Oriani Mazzini. «Recupereranno i giorni persi», tuona Daniele Straniero, preside del classico di via Goito, mentre Giovanni Gaglio (il preside dell’Agnesi di via Tabacchi), preoccupato per i minorenni che hanno deciso di occupare la scuola, ha avvertito le famiglie spedendo 900 sms e 170 email.
Oggi si prosegue con assemblee, contestazioni e gli incontri organizzati nei vari istituti (oggi è atteso Jovanotti al Tenca e venerdì Gino Strada al Parini). E con le probabili occupazioni dei licei classici Berchet e Manzoni. Domani, invece, gli studenti scenderanno in corteo, per ricordare la strage di piazza Fontana.
Ma domani sarà anche la giornata della manifestazione degli operai dell’Alfa di Arese che tornano in piazza con i lavoratori delle aziende in crisi della provincia di Milano. Il corteo partirà alle 9.30 da porta Venezia e arriverà in piazza Fontana.


Le scuole si fermano, studenti in cattedra

I licei autogestiti invitano cantanti e pacifisti. Il preside del Tenca: basta con i partiti che benedicono le occupazioni

«Cominciamo adesso». Alle 7 di mattina gli studenti del Parini appendono uno striscione davanti al liceo classico di via Goito. Contemporaneamente migliaia di ragazzi si dirigono verso le loro scuole. Non serve portare i libri, il tam tam ha funzionato. Niente lezione. Martedì, secondo giorno di mobilitazione negli istituti superiori milanesi. Si riuniscono assemblee, si vota e poi si parte con autogestioni e occupazioni. Poco contano le minacce dei presidi, soprattutto quella di recuperare i giorni persi durante le vacanze o saltando la gita scolastica (come recita una circolare diffusa al Parini, al Tenca, al Beccaria). La protesta va avanti. E tra occupazioni e autogestioni, ammonta a 11 il bilancio delle scuole in fermento.
Dopo le occupazioni del Virgilio e del Beccaria e l’autogestione del Boccioni, ieri è toccato al Parini (autogestione), ai magistrali Tenca e Agnesi (occupazione), all’Itc Sraffa, al professionale Oriani Mazzini, agli scientifici Cardano, Marconi e Allende.
I motivi, dicono i ragazzi, sono «interni ed esterni, nazionali e internazionali». Ci sono le scuole fatiscenti, ma anche la riforma Moratti, gli arresti dei no global e la guerra. Si discute. Tanto. Ma bisogna anche organizzarsi. «Perché noi prendiamo la cosa seriamente».
Ecco allora che al Parini, ieri, i ragazzi hanno organizzato un servizio d’ordine per controllare l’ingresso a scuola, l’orario degli incontri (venerdì ci sarà Gino Strada) e un centro informazioni. C’è anche un’aula occupata. Si chiama «Aventino», roccaforte di chi preferiva la cogestione «perché l’autogestione è una forma di protesta superata». Su al primo piano il preside Daniele Straniero commenta: «Il recupero dei giorni persi deve esserci, ma la cosa che mi preoccupa è la figuraccia che ci fa il liceo: sabato c’è l’open day».
Al Tenca, da ieri occupato, oggi è atteso Jovanotti. Ma, all’uscita dalla scuola, il preside Carlo Pedretti scuote la testa: «Finché queste cose sono benedette da alcuni partiti, c’è poco da fare». Anche all’Agnesi hanno occupato. «Tra cinque giorni parte la ristrutturazione e alcuni di noi non sanno ancora dove saranno spostati» esclamano i ragazzi, le cui famiglie sono state avvertite dell’occupazione da 900 sms e 170 email spedite dal preside Giovanni Gaglio.
E se i presidi si affannano a inseguire ragazzi, non sembra preoccupato il direttore scolastico regionale, Mario Dutto: «L’apprensione degli studenti per lo scenario internazionale e per il futuro della scuola è apprezzabile, un segno di maturità che non ci dispiace, purché resti una protesta civile. È giusto che si discuta, e i presidi sono in grado di gestire la cosa. Al momento non ci sono motivi di preoccupazione».

TRA I RAGAZZI
«In classe si ignora il mondo, conta solo il programma»

«Troppi prof non parlano mai dell’attualità, se sei fuori dal coro ti trattano da sovversivo»

Jeans e giacca da tuta, capelli neri a ciocche chiare, sguardo intelligente, la voce profonda che si abbassa, un po’ malinconica: «Vedi, i miei genitori si sentono traditi. La mamma è infermiera, papà operaio, hanno fatto il ’77, ci credevano, raccontano che ai loro tempi c’era gente che non s’era laureata perché "voleva fare il metalmeccanico" e ora guardano la televisione e non ci credono più. Amici morti, altri persi per strada, i leader che magari adesso stanno in giacca e cravatta e son passati dall’altra parte. E loro abbandonati, delusi dalla sinistra, che guardano quello che succede e vedono tutto nero. Ecco, io non voglio finire così. Lo so che avrò le mie delusioni però voglio aprire gli occhi prima». Liceo classico Beccaria, il più antico di Milano, l’anno prossimo compie quattrocento anni. Silvia invece ne ha sedici e fa la quinta ginnasio, racconta di aver perso un anno, il che induce a qualche sospetto sui criteri di valutazione in uso nelle scuole, e basterebbe sentirla argomentare intorno alle ragioni dell’occupazione: «Non voglio crescere in una bolla d’ovatta. Eppure in classe non c’è mai un momento in cui si possa discutere di quello che succede, magari leggere un articolo di giornale, avere punti di vista diversi, parlare di globalizzazione: dico, fra poco scoppia una guerra e niente, c’è solo il programma».
Come spiega Nicolò, prima liceo, in maglietta nonostante la scuola abbia spento il riscaldamento con buona pace degli occupanti notturni, «i prof hanno l’ansia di andare avanti perché con la riforma, in prima e seconda, bisogna fare quello che prima si studiava in due anni e mezzo». Così amen, «i miei sono grecisti, papà dice che occupare non è democratico, secondo mamma invece facciamo bene, ma di certo parlo di più con i miei genitori che con i prof», spiega Alice, quinta ginnasio, l’aria un po’ stanca «perché non mi lasciano restare la notte e stamattina mi sono alzata alle cinque e venti per essere qui alle sei».
Al pomeriggio è rimasta un’ottantina di ragazzi ma tenere il conto è difficile, entrano ed escono (con criterio, gli studenti sono seri e l’ingresso è controllato: agli estranei si chiede un documento), la mattina in assemblea erano duecentotrenta e hanno parlato di Usa e 11 settembre e Iraq con Michel Chossudovsky, docente di economia a Ottawa che ieri è intervenuto anche alla Camera del Lavoro. Ora qualcuno suona la chitarra, altre hanno ridipinto (bene) i bagni, finalmente un po’ di colore, porte rosa a decorazioni azzurre. Non hanno l’aria di star lì a perdere tempo, anzi. I motivi sono innumerevoli, dalla Finanziaria ai contrasti con il preside «che stamattina andava in giro con la telecamera per filmarci e telefonare alle famiglie» e «all’inizio dell’anno ci ha imposto di firmare un "contratto con il direttore scolastico", tipo Berlusconi».
Ma alla fine, riflette Lorenzo, quarta ginnasio, tutto si tiene: «Ciò che avviene dentro, quest’aria da azienda, riflette la situazione globale: la repressione, gli arresti nel movimento, i monopoli». Arianna, prima liceo, riformula il concetto: «Se appena pensi fuori dalla massa vieni bollato come sovversivo, ogni idea alternativa viene cannata in principio». Silvia spalanca gli occhi scuri e conclude: «Insomma, tu stai ascoltando. Non importa che sia d’accordo o meno con noi: l’essenziale è che ascolti».

gvecchi@corriere.it


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Date: 11 Dec, 2002 on 09:01
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