SCUOLA PRIVATA

Per la scuola privata, la Finanziaria prevede STANZIAMENTI per novanta milioni di euro da distribuire in tre anni (l’arco temporale va dal 2003 al 2005) alle famiglie che scelgono di mandare i propri figli negli istituti privati. I contributi, secondo l’accordo attuale, non saranno dati direttamente ma saranno distribuiti sotto forma di crediti d’imposta

LA MANOVRA
Le scuole materne cattoliche

La Fism, federazione che riunisce 8 mila scuole materne cattoliche, con mezzo milione di bambini, ha accusato il governo di venir meno agli impegni elettorali, visto che le risorse sono state ridotte di 260 milioni di euro. Ma contro il governo sono in molti, associazioni di scuole e genitori, oltre all’opposizione.

Dibattito sulla parità scolastica

Ho trovato eccezionale sotto il profilo culturale, nel dibattito sul ruolo della formazione scolastica e soprattutto sulla funzione che gli istituti non statali svolgono nel servizio pubblico, l’intervento di Claudia Mannina dei Ds e Franco Membrini della Compagnia delle opere che hanno firmato un articolo, pubblicato sul Corriere della Sera il 24 novembre scorso, dal forte contributo innovativo sul tema della politica scolastica.
La chiusura direi «ideologica» di gran parte della sinistra ma anche di un importante settore della destra, in particolare quello laico liberale, è stata fino ad oggi pressochè totale.
La rigidità degli schemi in cui è stata sempre inserita la questione mi ha indotto a presentare un disegno di legge costituzionale per la modifica dell’articolo 33 della Costituzione: una proposta «bipartisan», sottoscritta da oltre sessanta colleghi di maggioranza e di opposizione, che potrebbe aprire una nuova fase del dibattito sulla parità scolastica.
Il valore prioritario della centralità dell’allievo rappresenta, ritengo, una rivoluzione copernicana che ribalta il concetto della scuola proprietaria della formazione dei ragazzi, rendendo questi stessi, con le rispettive famiglie, attori non più passivi della propria formazione che autonomamente possono scegliere. La libera scelta ha, come conseguenza, modelli comportamentali che incidono sulla pluralità dell’offerta formativa, sulla bontà della struttura scolastica e sulla qualità della docenza; l’asserita priorità della «difesa educativa» dei ragazzi, crea un imbarazzo culturale e scatena forti pressioni sociali. Chi scrive è convinto che sia questa la strada verso la quale vada indirizzato il sistema scolastico italiano se vogliamo, anzitutto, operare per il bene dei nostri figli e, contemporaneamente, recuperare ragioni di sviluppo e competitività sul fondamentale terreno della istruzione e della formazione scolastica.

Giuseppe Menardi
Senato della Repubblica