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Materne, tagli per 200 milioni alle private
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 8 Dicembre 2002

I sindacati pensano a una giornata di sciopero contro la decisione di Tremonti che ridurrà di 805 milioni i fondi per la scuola

Materne, tagli per 200 milioni alle private

Il bilancio dell’Istruzione ridotto del 15%: colpiti anche sicurezza, igiene e spese didattiche

ROMA - Continua a sollevare forti critiche il decreto Tremonti che taglia 805 milioni di euro, circa 1.600 miliardi di vecchie lire, dal bilancio dell’Istruzione. I rapporti tra i sindacati dei prof e il governo, già molto tesi a causa della mancanza di certezze sui fondi per il rinnovo del contratto, si sono ulteriormente inaspriti. E non è escluso che nei prossimi giorni Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda ritrovino l’unità e proclamino una giornata di sciopero di tutta la scuola. «E’ un’ennesima dimostrazione di una pervicace volontà di depotenziamento della scuola pubblica statale», ha dichiarato il leader dei docenti Cisl, Daniela Colturani. Per Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals, «i tagli pregiudicano il piano dell’offerta formativa». Il decreto taglia-spese di Tremonti ha avuto sul ministero di Letizia Moratti l’effetto di una doccia fredda e ha creato sconcerto e preoccupazione nella stessa maggioranza. Il ministro ha chiesto a Tremonti di fare marcia indietro. Sono in molti nel centrodestra ad augurarsi che il governo trovi al più presto delle soluzioni per evitare ulteriori penalizzazioni alla scuola. A cominciare dal responsabile scuole di Forza Italia, Mario Mauro: «La scuola ha già dato. Non sono ammissibili ulteriori sacrifici perché colpirebbero presìdi essenziali del servizio dell’istruzione».
Per effetto di un decreto del ministero dell’Economia della fine dello scorso mese, l’Istruzione ha dovuto ridurre il bilancio di un 15 per cento, qualcosa come 800 milioni di euro. I tecnici di viale Trastevere hanno fatto dei conti sulla base delle disponibilità esistenti nei vari capitoli. Ad alcuni si era attinto abbondantemente nei mesi scorsi, ad altri meno. Il risultato è che i tagli peseranno soprattutto su alcune voci, quelle dove si sono conservate le maggiori disponibilità. E che corrispondono, avvertono al ministero, a funzioni essenziali del servizio scolastico.
Qualche esempio. La spesa per il funzionamento amministrativo e didattico, prevista in 286 milioni di euro, subisce una riduzione di 56 milioni. Su quella per l’igiene e la sicurezza nella scuola, di 20,76 milioni di euro, il taglio è di 17,88 milioni. Per la spesa per l’aggiornamento e la formazione, pari a 64,99 milioni di euro, la riduzione è di 44,79 milioni. Ancora un esempio, quello dei contributi per le scuole non statali, dove lo stanziamento di 418 milioni di euro viene dimezzato.
I tagli richiesti dal ministero dell’Economia hanno un effetto amplificato perché si concentrano sulla piccola quota delle spese non fisse del bilancio dell’istruzione, destinato per il 95 per cento alla voce fissa delle retribuzioni. Prendiamo la spesa per la didattica e l’amministrazione. Oggi molti istituti potrebbero aver già impegnato le somme tagliate. Che faranno? «Chiediamo al governo - dice Giovanni Manzini, responsabile scuola della Margherita - quali saranno le conseguenze del decreto sui bilanci della singole scuole statali e sui fondi della legge di parità, con particolare riguardo alla scuola materna». E proprio sul delicato fronte della parità si registra una presa di posizione dell’Oe- Giapec, l’associazione che unisce i genitori delle scuole cattoliche d’Europa. «L’Italia e la Grecia sono gli unici due paesi dell’Unione europea che non hanno una legge che consente alle famiglie una reale libertà di scelta educativa», ha affermato il presidente Valter Boero.


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Date: 08 Dec, 2002 on 10:38
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