Subject | : | Il dibattito aperto dalla mamma di Luca Tutti d'accordo: "Il sostegno un diritto" |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 16 Sep, 2007 on 09:48 |
da repubblica.it Domenica, 16 Settembre 2007 In una lettera la donna aveva denunciato come i tagli della scuola avessero penalizzato i portatori di handicap Il dibattito aperto dalla mamma di Luca Tutti d'accordo: "Il sostegno un diritto" L'handicap non è un handicap. Mia figlia con disabilità motoria era stata liquidata alla fine della scuola media come inadatta e non abile allo studio, e noi genitori bollati come dei poveri illusi. Oggi mia figlia è iscritta al terzo anno di università, oramai alla soglia del diploma di laurea con una media superiore al 28. (senza firma) Lo scaricabarile. Dalle parole del ministro rileggo norme generiche e inadatte che tanto mi ricordano la mia storia e lo scaricabarile assoluto. Se noi genitori non avessimo sostenuto nostra figlia con tutti i mezzi, molti dei quali privati, avremmo sciupato le sue eccezionali doti, relegandola in una condizione ancor più svantaggiata. I tagli sono sempre più ingenti. Forse il ministro non sa in quale condizione è ridotta la scuola e quante emergenze di sostegno esistano. Attendiamo dal ministero non parole, ma fatti, e una reale e concreta presa in carico di questo problema. Governare non significa demandare. Patrizia Filetici I tagli che disgustano. Sono un insegnate di sostegno precario. Nella mia provincia, Salerno, la scure ministeriale del ministro Fioroni si è abbattuta su 355 cattedre dell'organico di sostegno. 355 ragazzi disabili privati dell'opportunità di una corretta integrazione scolastica e 355 insegnanti a spasso. Tutto questo da parte di un governo che sul sociale, sull'attenzione per i più deboli, sulla lotta al precariato aveva fatto ben altre promesse. Fioroni parla addirittura di rivedere la legge 104/92 sull'integrazione scolastica, in senso restrittivo naturalmente, per tornare a quello che c'era prima della 517/77, cioè le classi differenziali, i normali da una parte e gli "altri" relegati in qualche aula a fare disegnini, lavori con la plastilina, ecc. Sono disgustato. Cambiare la mentalità. Dare solidarietà a questa mamma è forse un po' riduttivo. Con le parole non si risolve granché, dovremmo iniziare a cambiare la nostra mentalità italiana, essere tutti più solidali e meno indifferenti. Lavoro in un ufficio, l'unica cosa che sento spesso è la lamentela, questo non va e quest'altro non va. Scrolliamoci di dosso questa aspettativa pubblica che non risponde più ai comandi. Nel quotidiano iniziamo a non circoscrivere il nostro povero orticello. (senza firma) I problemi che si ripetono. Sono un dirigente scolastico della provincia di Napoli e, quando alcuni anni fa il governo presieduto da Berlusconi tagliò di quasi un terzo le risorse per i docenti di sostegno io scrissi ai genitori, sottolineando alcune incongruenze tra gli aiuti alle scuole private e il danneggiamento alle scuole pubbliche, dove erano i più deboli ed i più poveri a pagare. Oggi il problema si ripete ma non è l'unica cosa. I problemi sono molti di più di quello che si possa immaginare. Il peso è tutto o quasi sui dirigenti scolastici, almeno su quelli veramente in prima fila. (senza firma) Un piano di lungo termine. Sono un insegnante e genitore di un bambino down che gestisce il sito www. trisomia21. it. Abbiamo affrontato questo problema con un lungo articolo apparso sul sito. Non siamo per un insegnante di sostegno dedicato in modo esclusivo al disabile. Siamo d'accordo con il principio che è compito del collegio dei docenti studiare un piano che metta la scuola nelle condizioni di sfruttare al massimo le risorse. Sappiamo che il ministero della Pubblica Istruzione non riesce a soddisfare le esigenze della scuola, e con l'autonomia scolastica diventa tutto più confuso. I costi previsti da ogni scuola non corrispondono mai al contributo economico statale. Allora forse dobbiamo imparare a organizzarci sul lungo termine. La scuola potrebbe accordarsi con le famiglie per vedere se è possibile recuperare altre risorse economiche, presso istituzioni territoriali, agenzie, privati. (senza firma) Il sostegno è la priorità. Lavoro nella scuola Belli Col Di Lana di Roma come insegnante di Lettere. Nella mia classe c'è un alunno con sindrome di Down, che non ha mai ricevuto tutte le ore di sostegno necessarie. Lo scorso anno la sua insegnante era riuscita ad ottenere risultati positivi e vi erano stati progressi anche nell'integrazione. Oggi quell'insegnante non c'è più e purtroppo la situazione, nonostante gli sforzi iniziali, è regredita. Inoltre non sappiamo ancora né da chi sarà seguito individualmente, né quale orario il docente di sostegno potrà avere. Credo che tali situazioni debbano rappresentare delle vere e proprie priorità per il sistema scolastico e che, prima ancora di iniziare le lezioni si debba predisporre un piano operativo. I tagli e la disorganizzazione sono il sintomo più grave non solo di inefficienza ma soprattutto di mancanza di civiltà. Prof. Carlo Felici I diritti di tutti. Nostro figlio Andrea, 12 anni, frequenta quest'anno la seconda media a Rosate, in provincia di Milano. Ha un ritardo mentale e presenta disturbi del linguaggio. Dal suo inserimento nelle elementari ha sempre avuto un'insegnante di sostegno. Così è stato anche l'anno scorso quando ha frequentato la prima classe della scuola media. Quest'anno invece Andrea si ritrova all'improvviso senza alcun insegnante. Sembra che a scuola siano arrivati due casi gravi che avrebbero assorbito tutte le ore di sostegno disponibili.Di questa situazione nessuno ci ha avvertito, loabbiamo saputo solo per vie traverse. Abbiamo chiesto ripetutamente un colloquio con la preside masolo dopo parecchie insistenze siamo stati contattati.Possiamo capire che ci siano altri ragazzi conproblemi e necessità di assistenza, ma anche Andrea ha i suoi problemi e i suoi diritti. Ha tra l'altro una invalidità civile riconosciuta da anni. Sarebbe stato quindi giusto riservargli un minimo di assistenza, magari un'ora al giorno, e non abbandonarlo completamente. Franco Carta e Tina Alì, genitori di Andrea Una presenza costante e specializzata. Carissima mamma di Luca, hai tutta la nostra solidarietà e comprensione. Sappiamo bene che cosa vuol dire discutere e combattere ogni anno con scuola ed Asl per far assegnare ai nostri figli quello di cui hanno semplicemente diritto: un adeguato numero di ore di sostegno. Il nostro bambino è nato prematuro, al settimo mese. Sembrava che non ce la facesse ma la sua voglia di vivere ed il nostro amore hanno avuto il sopravvento. I medici ci avevano avvertito: c'era la possibilità che fossero rimaste delle tracce più o meno gravi che si sarebbero manifestate durante il suo sviluppo. E così è stato. Nicola non ha problemi fisici, ma anche lui, come Luca, nel suo intimo ha qualcosa che non va. Sin dall'inizio della scuola materna ha evidenziato dei ritardi rispetto ai coetanei. Ha sempre avuto l'insegnante di sostegno, anzi ne ha avute molte. In quarta e in quinta elementare ha avuto lo stesso insegnante di sostegno per l'intero anno scolastico (10-11 ore settimanali). I miglioramenti si sono visti. Secondo noi, oltre alla questione del limitato numero di ore di sostegno, c'è anche il problema che gli insegnanti di sostegno di ruolo sono veramente pochi. Questi bambini hanno bisogno di una presenza costante e specializzata: non è possibile cambiare l'insegnante di sostegno svariate volte all'anno. Lunedì scorso Nicola ha cominciato la prima media: il preside della sua scuola ha confermato i tagli previsti dalla finanziaria e ci ha parlato della difficoltà di reperire gli insegnanti di sostegno per un problema di graduatorie. Pierluigi e Raffaella. Tutto a discrezione del singolo. Sono la madre di un ragazzo con problemi di autismo, che frequenta con profitto il liceo Mamiani di Roma. Sono vicina alla mamma di Luca, perché da anni combatto una battaglia affinché l'idea di integrazione contenuta nell'ottima legge 104 si possa realizzare. Purtroppo ho constatato sulla pelle di mio figlio che qualunque governo, di qualunque orientamento politico, ha sempre tagliato i finanziamenti e le ore per il sostegno rendendo di fatto inapplicabile la legge. Tutto viene fatto a discrezione del singolo, tutti si attaccano a graduatorie, cavilli burocratici, lungaggini amministrative e ben pochi si assumono la responsabilità delle proprie azioni. E chi paga sono i nostri figli, che già a causa delle loro patologie faticano mille volte di più per ottenere risultati "normali". Un diritto prezioso da difendere. Parlando di scuola con cittadini europei, tedeschi e belgi, ho compreso come l'integrazione dei bambini disabili in Italia, grazie al supporto degli insegnanti di sostegno sembra essere molto più avanzata che altrove. In Germania e in Belgio i bambini con problemi vengono accolti prevalentemente in strutture a loro dedicate. Ciò non toglie che se in Italia siamo più avanti nel concetto dell'integrazione, occorre sempre di più salvare e tutelare un diritto cosi prezioso. (senza firma) Sostegno e precariato. Sono una docente precaria da tempo. Attualmente insegno nel sostegno in due scuole, in provincia di Reggio Calabria, l' Istituto Tecnico commerciale di Taurianova e l'Istituto Agrario di Rosarno. Ho sempre avuto più di un ragazzo in affido. Vi ho profuso tutte le mie energie e mi sono impegnata anche al di fuori del normale orario scolastico. Qui al Sud dove mancano i servizi e le strutture sociali il ruolo di noi insegnanti di sostegno è ancora più indispensabile, in quanto rappresentiamo l'unico punto di riferimento per tanti ragazzi diversamente abili e per le loro famiglie. Quale altro esame o concorso devo sostenere per entrare di ruolo nella scuola? Un criterio giusto sarebbe quello di procedere all'immediata assunzione di tutti i docenti che, ad esempio, abbiano avuto l'incarico annuale dall'Ufficio Scolastico Provinciale per più di due anni consecutivi negli ultimi quattro anni. Così facendo, oltre a sanare le reali situazioni di precariato, si garantirebbe agli alunni e soprattutto a quelli meno fortunati la continuità dell'insegnamento. Paola Condoleo Maleducazione e mancanza di senso civico. Mia moglie era titolare di una classe di seconda elementare composta da 22 bambini, di cui 5 con gravi handicap. Inoltre c'erano altri 7 bimbi che disturbavano costantemente durante le lezioni. Per questa classe era stata nominata una sola maestra d'appoggio per i cinque casi gravi. Mia moglie aveva le mani legate nei confronti degli altri sette. Si è arrivati al paradosso per cui la maestra non può punire un bambino senza rischiare di trovarsi la sera, all'uscita della scuola, con le minacce dei genitori. La cultura italiana è diventata mancanza di senso civico, maleducazione e libertà di malcostume. (senza firma) http://www.edscuola.it http://www.edscuola.com Mail: redazione@edscuola.com |