da corriere.it
Lunedì, 17 Settembre 2007 La denuncia di alcuni esponenti delle minoranze
«Segregazione razziale nelle scuole Usa»
Alunni di colore spostati nelle scuole peggiori o processati come adulti dopo una rissa con compagni bianchi
WASHINGTON – Ritorna la segregazione nelle scuole del profondo sud americano. Lo dicono il tribuno nero ed ex candidato democratico alla Casa bianca Jesse Jackson, Martin Luther King III, il figlio di Martin Luther King, l'apostolo dei diritti civili, e altri leader della Coalizione arcobaleno (le minoranze) citando alcuni recenti incidenti. I principali: a Tuscalosa nell'Alabama, su pressione dei bianchi, il Consiglio comunale per l'istruzione ha ridistribuito gli alunni nelle scuole cittadine, ma spostando nelle peggiori solo i neri; e a Jena nella Louisiana sei studenti neri, tutti minorenni, che avevano picchiato un compagno bianco, sono stati processati come adulti. Jackson, Martin Luther King III e il reverendo Alan Sharpton hanno organizzato per giovedì una dimostrazione di protesta di 60 mila persone a Jena, che ha appena 3 mila abitanti.
Una maglietta di sostegno agli "Jena Six"
La ridistribuzione dei 10 mila alunni di Tuscalosa è stata decisa dai sei membri bianchi del Consiglio comunale contro il parere dei due membri neri. È stata fatta, ha dichiarato il provveditore bianco agli studi Joyce Levy, che l'ha realizzata ad agosto, «per ridurre i costi di milioni di dollari e riportare nelle scuole pubbliche molti studenti bianchi che avevano scelto scuole private». Ha ribattuto uno dei due membri neri del Consiglio, Earnestine Tucker: «Non è vero, lo scopo era di creare di nuovo scuole solo per bianchi e scuole solo per neri. Siamo tornati agli Anni cinquanta e sessanta». La Tucker capeggia una rivolta delle minoranze, la metà circa della popolazione di Tuscalosa: ha fatto ricorso a un tribunale federale appellandosi alla legge del presidente George Bush sull'istruzione "No child left behind" (Nessun bambino resta indietro). La legge stabilisce che gli alunni di una scuola di secondo ordine hanno il diritto di passare a una scuola di primo ordine indipendentemente dalla razza.
In America, il processo di Jena ha destato ancora più scalpore della riforma scolastica di Tuscalosa. Il dicembre scorso, un alunno nero del locale liceo chiese di sedere sotto un albero monopolizzato dagli alunni bianchi. Il giorno dopo, qualcuno appese all'albero due cappi, un brutale richiamo ai linciaggi di mezzo secolo fa. Seguirono parecchi scontri razziali nella scuola: all'ultimo, Justin Baker, uno studente bianco di 17 anni, venne pestato da sei compagni neri fino a perdere conoscenza. Il primo a essere processato come un adulto, Mike Bell, suo coetaneo, è stato giudicato colpevole di tentato omicidio e rischia 15 anni di galera. Ma la settimana scorsa, dopo il ricorso dei difensori, una Corte d'appello ha annullato il verdetto ordinando che Bell sia processato come minorenne. La procura ricorrerà a sua volta, e il caso dei "Jena six", i sei di Jena come vengono chiamati, minaccia di fare esplodere la Louisiana, ancora scossa dal disastro dell'uragano Katrina che colpì soprattutto le minoranze.
Altri incidenti confermano che la tensione razziale è in aumento nell'istruzione americana: un cappio è stato trovato anche alla Università del Maryland presso Washington e tafferugli sono scoppiati alla Università Duke nella Carolina del nord dopo che alcuni atleti bianchi della squadra di Lacrosse erano stati accusati falsamente di stupro di una nera.
Ennio Caretto
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