Web e scuola: in un college californiano si insegna a usare il sito

YouTube in classe, sul serio stavolta

Le lezioni per imparare i segreti del sito di video più famoso del mondo saranno anche (ovviamente) pubblicate su Internet

CLAREMONT (Stati Uniti) - Un corso su YouTube, in entrambi i sensi: il social network è infatti sia l’argomento delle lezioni che il mezzo tramite il quale queste ultime sono consegnate a chi è interessato. YouTube a scuola ci era già arrivato, ma questa volta anziché mezzo improprio usato per fini esibizionistici viene sdoganato e assurge a strumento di insegnamento e argomento delle lezioni di un corso sui mezzi di comunicazione. Accade allo Pitzer College di Claremont, in California. Non più riprese con i cellulari e le videocamere degli scherzi da bulli o delle scenate di professori sull’orlo di una crisi di nervi. Adesso il popolare sito di condivisione video diventa materia d’insegnamento, il corso «learning from YouTube» (imparando da YouTube) tenuto dalla professoressa Alexandra Juhasz, insegna agli studenti a usare correttamente YouTube e soprattutto a creare video.
LEZIONI ONLINE - L’iniziativa, che sulle prime sembra una provocazione o poco più, corrisponde invece a un disegno strutturato che aiuterà i giovani studenti a prendere piena dimestichezza con una delle piattaforme più usate del web. Come si commentano i video? Come si segnalano agli amici? E soprattutto come si pubblica un video proprio? Alexandra Juhasz spiega agli allievi come usare correttamente il servizio e come realizzare video meno abborracciati e scadenti dal punto di vista della qualità dell’immagine (i contenuti sono come al solito soggettivi). Le lezioni sono immortalate da una videocamera e, ovviamente, postate dalla docente su YouTube (http://www.youtube.com/mediapraxisme). Sono raccolte nel canale MediaPraxisme dove si possono vedere anche i primi filmati girati degli studenti. Un bel modo di conquistare l’attenzione degli studenti e migliorare, si spera, la qualità dei video amatoriali che hanno fatto la fortuna del servizio controllato da Google. E soprattutto meritevole l’attenzione riservata a uno dei mezzi di espressione più diffusi e amati dai più giovani.
Gabriele De Palma