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Svastiche e aule allagate a Torino Fioroni: «Bocciatura per i bulli»
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da Corriere
Martedì, 11 Settembre 2007

Svastiche e aule allagate a Torino Fioroni: «Bocciatura per i bulli»

ROMA - Scuola, si parte. Con i corridoi allagati e le svastiche sulle pareti. Nella media «Primo Levi» di Rivoli, in provincia di Torino, le aule, devastate dai soliti vandali ignoti, resteranno chiuse fino a giovedì.
Inizia un nuovo anno all'insegna di problemi vecchi e col fiato sospeso per ciò che la Rete — con gli episodi di bullismo filmati dai telefonini che dilagavano l'anno scorso — potrà riservarci nelle prossime settimane. Ma con la speranza che la saggezza dei prof trovare una soluzione, per tutto.
E' la scommessa del ministro Fioroni che non nasconde la sua sfiducia «nelle grandi riforme», complicate e conflittuali, e traccia una rotta verso una scuola più seria, severa e dignitosa.
I fatti, i primi registrati al rientro nelle aule in cinque regioni (Lombardia, Piemonte, Molise, Valle D'Aosta e Veneto) sembrano dargli ragione. Ci ricordano che, tra le tante emergenze, dalle tabelline alla grammatica, c'è anche la devastazione delle scuole, per lo più indifese. Il primo piano dell'istituto piemontese alla vigilia è stato trovato allagato e pieno di schiuma antincendio. Le pareti dell'ufficio della presidenza sono state imbrattate con scritte e svastiche. Vandali, ma anche bulli. Se ne parlava ieri mattina a Milano davanti al liceo «Parini», che tre anni fa venne allagato da cinque studenti che volevano rinviare un compito in classe.
Quest'anno, però, ci sono le due «s» di Fioroni, serietà e severità. A fine settembre, ha annunciato il ministro, verrà presentata la modifica del regolamento per le studentesse e gli studenti. Le bravate si pagheranno anche con la bocciatura. E' un tabù che resiste da quasi dieci anni, un pilastro della scuola del dialogo. A decretarne la scomparsa è stata, nello scorso autunno, l'invasione della rete da atti di bullismo. I ragazzi sono avvisati. «In caso di gravi violazioni della dignità delle persone - ha spiegato il ministro - introdurremo la sospensione dalle lezioni per un minimo di 15 giorni e, nei casi più gravi, la non ammissione agli scrutini o agli esami di maturità».
Sul nuovo esame di riparazione non c'è alcuna decisione definitiva. Ma sembra certo che per i debiti verrà posto un termine entro il quale andranno saldati, pena la bocciatura. Anche il richiamo alle tabelline e alla grammatica rientra nell'idea di Fioroni di una scuola più seria, in grado di garantire come minimo l'abc.
Di questo e altro ancora dovranno farsi carico i prof, anzi le prof, ai quali mai come quest'anno è stato chiesto recuperare il loro ruolo: «il futuro del nostro Paese passa attraverso le aule di scuola e la serietà delle nostre istituzioni passa attraverso il vostro quotidiano impegno». «Non ho voluto fare grandi riforme che stravolgessero ancora una volta il nostro sistema di istruzione si legge nella lettera di Fioroni - . Ho voluto riconsegnare la scuola al buon senso e alla saggezza degli insegnanti, impegnandomi a sostenerli concretamente, fornendo loro quelle certezze che permettono di lavorare con serenità».
Per un insegnante lo Stato spende meno che per qualunque altro lavoratore della pubblica amministrazione. Il costo del lavoro pro capite per un dipendente della scuola è di 34.438 euro l'anno, ben inferiore al costo del lavoro medio per ogni dipendente pubblico (circa 41 mila euro). I dipendenti della scuola hanno il costo pro capite più basso in assoluto, pari a 34.438 euro all'anno, ma poiché il comparto è quello più numeroso in assoluto, 1,13 milioni di dipendenti, nel complesso è quello per cui lo Stato spende di più, circa 39 miliardi.


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Date: 11 Sep, 2007 on 07:28
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