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Un terzo degli studenti cambierà gli insegnati
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da LASTAMPA.it
Martedì, 11 Settembre 2007

Un terzo degli studenti cambierà gli insegnati

200 mila professori con assegnata una sede nuova


ROMA
Un terzo degli studenti quest’anno cambierà insegnante a causa dei tanti trasferimenti di sede, pensionamenti e nomine provvisorie del personale precario: il risultato è che 200 mila docenti si sono visti o si vedranno assegnare una sede diversa rispetto a quella dello scorso anno. La stima è stata fatta dalla rivista Tuttoscuola in corrispondenza del primo giorno di scuola per alcune regioni italiane.

«L’Italia - spiega la redazione di Tuttoscuola - spende 39 miliardi di euro l’anno per il personale della scuola, ma non riesce ad assicurare ai propri studenti - in un terzo dei casi - un docente che li segua per tutto il ciclo scolastico».

Le conseguenze dalla girandola di cattedre si ripercuotono sugli studenti, ma anche sugli stessi docenti. «Per gli alunni - continua la rivista - il cambio del docente significa ricominciare da capo, adattarsi a nuovi metodi e a nuovi rapporti interpersonali; per gli insegnanti significa riavviare un’esperienza didattica, impostare nuovi piani di lavoro, conoscere per la prima volta decine di alunni, nuovi colleghi, nuovi ambienti».

Ma come si arriva a numeri così elevati? «I conti sono presto fatti - sostiene Tuttoscuola - il 19,4% di docenti è precario e il 12,8% sono docenti trasferiti da altra sede: 32,2% in tutto a livello nazionale (nella scuola media; alle superiori si arriva al 31,3%). Ma ci sono province nelle quali si supera addirittura il 50% (Isernia 54,2%, La Spezia 52,2% sempre alla media, con il 49,3% alle superiori). Quel 19% e più di docenti precari è formato da supplenti, nominati di anno in anno, quasi sempre su scuole diverse».

L’anno scorso era supplente annuo o fino al termine delle attività il 19,4% nella scuola media, il 20,3% nelle superiori, il 9% nella scuola primaria e dell’infanzia. Maestre, professori (ma vale anche per il personale amministrativo) costretti a girovagare tra le classi della provincia, o anche fuori, per anni.

«Quest’anno - specifica la rivista diretta da Vinciguerra - quella percentuale si riduce un po’ grazie alle prime immissioni in ruolo del piano pluriennale, ma la sostanza non cambia perchè in cattedra, almeno per ora, arriveranno nuovi docenti. A questi precari o ex-precari si aggiungono i docenti che si avvalgono della possibilità offerta dalla normativa in vigore sulla mobilità interna di chiedere di essere trasferiti : 1 su 10, ogni anno».

Il quadro diventa ancora peggiore se si va a guardare il sostegno agli alunni disabili: qui il tasso di precarietà tra i docenti di sostegno raggiungerebbe il 47,4%. «Nei cinque anni di scuola elementare, ad esempio, un alunno disabile che si imbatta in un posto “in deroga” (cioè non coperto da un insegnante titolare della cattedra di sostegno) può vedersi cambiare il docente di sostegno ogni anno, con tutti disagi del caso».

La Finanziaria 2007 prevedeva di rivedere i criteri per la determinazione degli organici e di ridurre i posti cosiddetti “in deroga”: «ma gli effetti - dice Tuttoscuola - si vedranno forse dal 2008-2009».

I tantissimi movimenti territoriali (da sede a sede) e professionali (da cattedra a cattedra, da ruolo a ruolo) non riguardano solo i docenti, ma anche personale tecnico-amministrativo: altri 100 mila dipendenti della scuola non docenti che si ritrovano in sedi diverse.

In tutto si tratta di un plotone di 300.000 lavoratori che «ogni anno si sposta su e giù per l’Italia, si potrebbe dire “da poppa a prua e da prua a poppa”. Difficile immaginare - afferma Tuttoscuola - un’azienda, o un comparto industriale o di servizi, con un “turnover” di personale così elevato».

La rivista spiega anche che lo Stato avrebbe fatto più tentativi per trovare un rimedio all’eccessivo ricambio di cattedre: «Il Governo sta cercando di affrontare il problema con due soluzioni destinate ad incidere strutturalmente sul sistema: con un piano pluriennale di reclutamento (150 mila assunzioni nel triennio, di cui 50 mila già fatte) per stabilizzare l’organico, e con una norma che prevede limitazioni nelle richieste di trasferimento, inserita nel disegno di legge “Bersani ter”».

Nel frattempo però anche quest’anno, inevitabilmente, gli studenti italiani assisteranno al carosello dei docenti sulle cattedre. Ci aveva già provato l’ex ministro Moratti a introdurre un primo divieto di chiedere annualmente il trasferimento di sede, ma, trattandosi di materia contrattuale, un anno fa il sindacato ha disapplicato la norma.

Come se non bastasse, a questa situazione di discontinuità degli insegnanti va poi aggiunto il fenomeno fisiologico (più o meno) delle altre interruzioni della continuità durante l’anno scolastico per assenze dei titolari con impiego temporaneo di supplenti (altre “facce nuove”, le cosiddette “supplenze brevi”) per una percentuale di cattedre coinvolte che secondo dati ufficiosi e probabilmente sottostimati è almeno del 5%.

Per la rivista le strade da percorrere per migliorare l’annuale ricambio di tanto personale sono due: abbattere il precariato e contenere l’eccessiva mobilità del personale.


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Date: 11 Sep, 2007 on 15:30
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