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da Corriere
Domenica, 1 Aprile 2007

Scuola, le mamme contestano E Prodi: legge sul tempo pieno

MILANO — «Basta con i tagli, abbiamo già dato! Vogliamo più risorse per la scuola di Stato». «Se tagliate maestri e professori, in futuro saranno dolori». Scene di lotta di classe a San Lazzaro di Savena, una manciata di chilometri dal centro di Bologna. Da un lato insegnanti, genitori e bambini, una settantina in tutto, schierati a difesa del tempo pieno con slogan e striscioni colorati. Dall'altro, il premier Romano Prodi, ospite del Comune per l'inaugurazione della Mediateca. Uno scontro morbido che si trasforma in incontro, con una lettera «ufficiale» e un colloquio di una decina di minuti tra il presidente del Consiglio e una delegazione di manifestanti. Si torna a casa con una promessa: un disegno di legge sul tempo pieno, da attuare «con procedura accelerata», e mille insegnanti in più.
Primo pomeriggio di ieri, il piazzale davanti alla Mediateca è teatro di un sit-in di mamme e papà, bimbi e bimbe. Tra di loro, i rappresentanti del Coordinamento in difesa del tempo pieno, nato a Bologna durante le contestazioni alla legge Moratti. L'anno prossimo, 102 prime elementari del bolognese non avranno le 40 ore di tempo pieno richieste dalle famiglie. Mancano i fondi e il personale. E loro, che il 9 marzo avevano «occupato» Piazza Maggiore per chiedere udienza al ministro Fioroni, non si sono fatti sfuggire l'occasione.
«Sono venuto perché volevo salutare i bambini», esordisce Prodi. E a chi lo accusa di «rifilare solo parole», risponde: «Sono qui a parlare di insegnanti e soldi, bisogna risistemare i conti e poi ricominciamo ». Poco dopo, l'annuncio: «Stiamo per presentare un disegno di legge intitolato "Norme urgenti in materia di istruzione", che avrà la precedenza nel cammino legislativo per il ripristino della norma abrogata dalla Moratti sul tempo pieno come modello educativo». Oltre a questo, «ci saranno mille docenti in più per il tempo pieno e nella scuola dell'infanzia». Perché «la lunga presenza a scuola è un'occasione che deve essere data alle famiglie ma soprattutto un modello indispensabile, per non rischiare di essere educati soltanto dalla tv babysitter. Abbiamo già cominciato a muoverci, nelle scuole di Bologna e Modena ci sono 83 docenti in più».
Il ministro Fioroni — che ieri ha invitato i genitori a non fare «i sindacalisti dei loro figli per come vanno a scuola» — lo aveva dichiarato già il 29 giugno, davanti alla VII Commissione Cultura alla Camera: «Tra gli impegni c'è il ripristino delle condizioni che consentano alle autonomie scolastiche di attivare tempo pieno e prolungato come modello didattico». Un impegno che è diventato uno stralcio del dl (ora legge) sulle liberalizzazioni, con l'emendamento intitolato, appunto, «Norme urgenti in materia di istruzione».
Quello di ieri per Prodi è anche stato un giorno di amarcord: a San Lazzaro, tra la folla, c'era pure una docente delle elementari Zamboni, cappellino giallo e dolcevita color panna. Si chiama Paola Zaganelli, era l'insegnante di Antonio, il figlio del premier. È la moglie Flavia a riconoscerla («Una maestra bravissima — racconterà al Corriere di Bologna
— quanto al tempo pieno, è un servizio importante che va difeso»), poi arriva il presidente del Consiglio e le stringe la mano. Il pomeriggio si chiude così all'insegna di una pacificazione che non sembra, però, convincere tutti: «Le parole dopo un anno non sono più sufficienti — si sfoga un maestro —. I bambini vanno a scuola a settembre, non possono aspettare i tempi biblici della politica». Replica Prodi: «Al tempo pieno ci arriviamo completamente, e non troppo in avanti. Intanto lo sto portando da 33 a 40 ore, non è poco».
Mamme, insegnanti e bambini: tutti uniti, ieri, a San Lazzaro di Savena (Bologna) per difendere il diritto al tempo pieno. Sui cartelloni colorati, il canarino Titti, che dichiara: «Mi è semblato di vedele la Molatti...»


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Date: 01 Apr, 2007 on 08:10
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