Specializzandi in piazza

Ventimila medici specializzandi in sciopero da ieri fino a giovedì. Un migliaio dei quali, accorsi da tutta Italia, hanno fatto sentire la loro voce prima davanti alla Camera e poi al Ministero dell'Università e Ricerca. Proteste che sembrano aver avuto frutti. Il sottosegretario Luciano Modica si è infatti impegnato a far approvare lo schema di contratto alla Conferenza Stato-Regioni del 19 aprile. «Lo sciopero continua - spiega Martina Di Simplici, presidente di Federspecializzandi - anche perché di promesse ne abbiamo sentite tante in questi anni. Siamo comunque soddisfatti perché finalmente sembra che siamo arrivati alla fine di questo lungo percorso». Una storia iniziata nel 1999 con la legge che prevede un contratto di formazione e lavoro con le Ausl universitarie ma mai applicata, e proseguita poi con il finanziamento nella Finanziaria 2006, e il decreto firmato da Prodi lo scorso 8 marzo, che stabilisce il nuovo trattamento economico. Misura che però non è servita a sbloccare la situazione e le maglie della burocrazia ministeriale. Lo schema di contratto prevede infatti le tutele richieste, tra cui un aumento di stipendio a 22 mila euro lordi l’anno, che «dovrebbe far salire il mensile dagli attuali 900 a 1500 - continua Di Simplici -. Per gli ultimi due anni è prevista una quota variabile che non può superare il 15% di quella fissa». Arriva anche il riconoscimento della maternità (5 mesi) e di 30 giorni (pagati) di malattia. «Rimane il neo - prosegue la presidente di Federspecializzandi - dell’iscrizione alla gestione separata dell’Inps, assurda visto che non siamo lavoratori autonomi, e del riscatto degli anni di specializzazione ai fini pensionistici». L’orario proposto dal Miur sarà di 38 ore, comprensive di formazione.