da Repubblica Domenica, 10 Settembre 2006 Fuga dalla scuola dei supplenti in duecento rifiutano l´incarico Altamura (Collegio dei presidi): "Per trovare 5 docenti ho spedito cento telegrammi" ILARIA VENTURI SCUOLA addio. L´insegnamento, seppur precario, non interessa più. Oltre duecento cattedre annuali sono state rifiutate alle medie e alle superiori, senza contare 358 pacchetti di ore non accettati, 140 posti di sostegno alle elementari rimasti vacanti, 15 posti alle materne statali snobbati. Una valanga di «no, grazie» mai vista prima d´ora. E´ il desolante bollettino delle nomine dopo che si sono concluse le operazioni del Csa a fine agosto per gli incarichi annuali. Con una seconda chiamata, in via straordinaria, ieri l´altro, per le assegnazioni dei posti alle elementari. Sono rimasti vacanti anche 60 posti di assistente amministrativo e 104 posti di bidello. Per trovare i bidelli molte scuole dovranno ricorrere ora all´ufficio di collocamento. «E´ un fenomeno nuovo per queste dimensioni», conferma il direttore del Csa Paolo Marcheselli. «Da alcuni anni avevamo avuto delle avvisaglie, ma il problema è esploso quest´anno, non si era mai visto un numero così alto di cattedre intere non accettate». Sulle cause Marcheselli allarga le braccia: «Ci vorrebbe un´indagine sociologica. Certo è che il reclutamento degli insegnanti deve essere rivisto se non vogliamo continuare ad avere una ricaduta di discontinuità sulle classi». Uno dei nodi, tra i tanti, riguarda l´assegnazione dei punteggi: due ore l´anno o diciotto pesano uguali. «Le persone ormai puntano sul punteggio e non sullo stipendio», osserva il dirigente del Csa. «Qui bisognerebbe intervenire: il punteggio di un anno di insegnamento deve essere valutato in rapporto all´effettivo monte ore svolto». Il Csa ha raschiato il fondo delle graduatorie per cercare i supplenti: 50 «elenchi», per altrettante discipline, sono già esauriti. Tocca ai presidi ora attaccarsi al telefono per cercare i supplenti dalle graduatorie interne. Un calvario. «Per trovare cinque insegnanti ho già spedito cento telegrammi», racconta Domenico Altamura, dirigente del Fioravanti, ma anche presidente del Collegio dei presidi della provincia di Bologna. «Mi mancano 15 insegnanti, ne ho trovati per ora solo cinque». Pochi accettano alla prima proposta, molti si fanno pregare. «La scuola oramai è intesa come un ripiego, un lavoro tappabuco. Molti preferiscono aspettare le chiamate dei presidi per avere magari la scuola vicino a casa», commenta Altamura. Per Sandra Soster, segretaria della Cgil-Flc, «siamo in piena crisi». Ma perché tanti rifiuti? «Le graduatorie sono formate da persone che, stanche di aspettare, fanno altro nella vita. E poi è aumentato in modo vertiginoso il precariato, non è possibile continuare così».
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