Subject | : | Scuola, sindacati sul piede di guerra |
Author | : | edscuola redazione@edscuola.com |
Date | : | 09 Sep, 2006 on 08:59 |
da ItaliaOggi Sabato, 9 Settembre 2006 Scuola, sindacati sul piede di guerra No a tagli in finanziaria, l'Italia spende meno del resto d'Europa. ´No ai tagli previsti in finanziaria, la scuola è stata già abbastanza prosciugata negli ultimi anni. Ora non possono esserci altre perdite'. È un coro unanime quello che si leva dai segretari generali delle tre associazioni sindacali della scuola Enrico Panini della Cgil, Francesco Scrima della Cisl, e Massimo di Menna della Uil che, ieri, hanno presentato i dati relativi al sistema scuola. E, tabelle alla mano, promettono che non sarà esclusa nessuna forma di protesta se il governo non aprirà un confronto sul tema della scuola o non darà le risposte sui tre quesiti principali: il rinnovo del contratto, scaduto a dicembre, la soluzione del problema del precariato e gli annunciati tagli previsti dalla finanziaria. Saranno proprio questi i temi al centro dell'incontro che le associazioni di categoria avranno il 26 settembre con il presidente del consiglio Romano Prodi. Ma tornando alle cifre presentate, l'attenzione è posta soprattutto sugli investimenti destinati alla voce istruzione: in Italia si spende per la scuola pubblica meno della media degli altri paesi europei. Secondo i dati Ocse, relativi al 2005, infatti, nel nostro paese si investe il 4,6%, contro il 5,1% degli altri stati Ue, e la spesa per l'istruzione incide in Italia per il 7,2% sul totale delle uscite statali, contro una media europea dellƎ,9%. E se nel 2001 gli stanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole ammontava a 331,440 milioni di euro, attraverso decurtazioni di varia natura si è arrivati a 110,871 per il 2006. Non solo. Nel corso di questi anni l'erosione dei fondi ha toccato anche la legge sull'autonomia (440/97) i cui fondi sono scesi da 258,885 milioni di euro del 2001 a 203,718 nel 2004 fino ad arrivare ai 191, 986 del 2006. Le tre sigle sindacali mettono poi l'accento su un altro argomento scottante, quello degli stipendi. In Italia le retribuzioni degli insegnanti sono tra le più basse del resto dei paesi europei. Nell'istruzione primaria, si parte da 23.751 dollari annui (24.287 negli stati Ue) per arrivare a un massimo di 34.869, mentre in Europa si arriva anche a 40.539. Per i docenti di primo grado, il rapporto è di uno stipendio iniziale di 25.602 dollari annui contro una media Ue di 26.241 (38.306 contro 43.477 per le retribuzioni massime). Stessa disparità si evidenzia anche per i docenti italiani della scuola di secondo grado che partono da 25.602 dollari e arrivano a un massimo di 40.058. E le cose non vanno meglio quando si arriva alla voce precari.
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