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Subject  :  Iit, il ministro rallenta ancora Cominci a spendere i soldi che ha
Author  :  edscuola redazione@edscuola.com
Date  :  08 Sep, 2006 on 08:10
da Repubblica
Venerdì, 8 Settembre 2006

Mussi, titolare dell´Università, nuovamente critico nei confronti dell´Istituto di Morego

Iit, il ministro rallenta ancora "Cominci a spendere i soldi che ha"

L´INCONTRO
la nota positiva Attenzione del governo Prodi per il settore dell´hi tech e delle aziende leader, come Esaote rilanciata da Castellano
la critica Io non sono per chiuderlo, ma sicuramente ci sono stati difetti di progettazione iniziale, non è ancora partito
NADIA CAMPINI

Il MINISTRO per l´Università e la Ricerca Fabio Mussi in visita a Genova benedice i laboratori e la ricerca di Esaote, che nel 2006 si è piazzata tra le dieci prime società al mondo nel settore della diagnostica per immagini, ma ne approfitta anche per tirare una poderosa frenata all´Istituto Italiano della Tecnologia. «Io non sono per chiuderlo - attacca - ma sicuramente ci sono stati difetti di progettazione iniziale, ancora non è partito e ha già a sua disposizione molti soldi, prima di averne altri vanno spesi quelli che ci sono». Cala così una pesante ipoteca sui prossimi finanziamenti dell´Iit, che in teoria avrebbero dovuto continuare a scorrere a colpi di 80 milioni di euro l´anno, ma adesso evidentemente questo flusso è destinato ad arrestarsi, almeno fino a quando non saranno spesi i 240 milioni già disponibili. «Ho già avuto un colloquio telefonico con Grilli e dovremo anche avere un incontro - spiega il ministro - la mia idea è di verificare la possibilità di agganciare l´Iit al nascente Istituto europeo per la tecnologia, dobbiamo comunque riprendere in mano la situazione anche perché l´istituto non è ancora partito, ma è già stato consumato molto tempo, ora prima di impegnare altri fondi vanno spesi quelli che ci sono».
Mussi è arrivato ieri pomeriggio a Genova per visitare Esaote e per parlare di industria high-tech. I fondi sono pochi per tutti e quelli destinati alla ricerca sono sempre stati il fanalino di coda degli impegni finanziari pubblici, ma il ministro conferma l´attenzione del governo Prodi per il settore e trova di fronte a se un´azienda che nonostante le difficoltà è riuscita a farcela. I dati li snocciola orgoglioso il suo leader Carlo Castellano: gli investimenti in ricerca ammontano al 10% del fatturato, fatturato che nel 2005 ha superato i 250 milioni di euro e si avvia a chiudere il 2006 in crescita, nei primi otto mesi del 2006 le vendite all´estero sono cresciute del 16%, negli Stati Uniti addirittura del 20%. E per la prima volta Esaote nel 2006 si è piazzata, unica società italiana, tra le Top ten della diagnostica per immagini in tutto il mondo, una classifica dove compare insieme a colossi del calibro di Hitachi, Siemens, Toshiba. «Tutto questo lo abbiamo raggiunto essenzialmente con le nostre forze - spiega Castellano a Mussi - anche perchè l´ammontare dei contributi pubblici agli investimenti in ricerca in Italia non supera il 10%, mentre il governo francese ad esempio finanzia i progetti di sviluppo con contributi che vanno dal 35 al 50% dell´investimento». Esaote esporta ben il 60% del suo fatturato all´estero ed è già presente sul mercato cinese con uno stabilimento suo, anzi, sta collaborando con l´università di Chongking nello studio sulla possibilità di utilizzare tecniche alternative a quelle farmacologiche, a basso impatto, nella distruzione dei tumori. «Se siamo riusciti a raggiungere questi risultati - dice ancora Castellano - è anche perché investiamo tanto nella ricerca, 21,5 milioni di euro nel 2005 e 23,5 milioni di euro nel 2006, su 1100 addetti abbiamo ben 250 dipendenti impegnati nella ricerca, servirebbe però un maggiore impegno anche da parte del governo». Mussi ascolta e prende appunti e si dice anche d´accordo quando Castellano e i suoi chiedono di concentrare di più le risorse sui distretti, scegliendo magari meno progetti, ma fornendo poi finanziamenti più consistenti a quelli ritenuti meritevoli.
Ed è proprio qui, sulle risorse, che arriva il tasto dolente. «E´ del tutto evidente che il 2007 non sarà un anno di abbondanza - ammette il ministro Mussi - ma resta l´impegno preso col programma Prodi di dare priorità alla ricerca». Come? Le soluzioni possibili sono allo studio sul tavolo del tavolo del ministro, e vanno dall´attenzione alla ricerca di base all´utilizzo di meccanismi fiscali di crediti di imposta per le imprese che investono in tecnologia e ricerca.
In questo clima di attenzione a come vengono spesi i soldi, anche l´Istituto italiano per la tecnologia dovrà rendere conto dei finanziamenti che ha a disposizione, a Mussi l´inaugurazione della nuova sede di Morego evidentemente non basta. «I soldi già disponibili vanno investiti - dice - e poi vedremo».


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