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GILDA: ELEZIONI RSU: ISTRUZIONI PER L’USO
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1. GILDA: ELEZIONI RSU: ISTRUZIONI PER L’USO
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Piccolo, ma utile dossier sulle mille scorrettezze delle elezioni RSU


ELEZIONI RSU: ISTRUZIONI PER L’USO (S)CORRETTO
Premessa

Elezioni RSU e mancata comunicazione dei risultati

Nel dicembre del 2006, per la terza volta consecutiva, si sono svolte le elezioni per le rappresentanze unitarie nella Scuola. ( RSU), la cui funzione consiste nel misurare la rappresentatività dei sindacati, ovvero a decidere quali di questi possono sedere al tavolo delle trattativa. A quasi un anno di distanza, l’ Aran, l’ agenzia pubblica preposta per legge ai questo compito, non ha ancora dichiarato i risultati ufficiali di queste elezioni. In pratica, a quasi un anno di distanza, non si sa ancora quali sigle sindacali abbiano migliorato o peggiorato il proprio consenso presso l’ elettorato della Scuola. Si tratta di una dimenticanza, di un’ inadempienza o di qualcosa di altro? Vediamo. I risultati delle RSU servono essenzialmente a definire il contingente di distacchi sindacali per le sigle, La mancata dichiarazione dei risultati ufficiali ha fatto sì che, quest’anno, il contingente relativo dei distacchi sindacali fosse lo stesso dello scorso anno. In pratica, CGIL, CISL, , UIL, SNALS e Gilda hanno ottenuto lo stesso numero di distacchi sindacali, come se le elezioni non si fossero tenute. Perché, ci si chiede? Il fatto è che alcuni sindacati non legati al potere hanno, secondo stime ufficiose, migliorato la percentuale di voti. E’ il caso della nostra Associazione, la Gilda degli Insegnanti, che ha ottenuto un aumento del 2% dei voti.

E gli altri? I dati ufficiosi ( ma veritieri) dicono che, tanto per fare un esempio a caso, la CGIL ha perso diverse migliaia di voti. Inevitabile, dunque, sospettare che un’ operazione importante per la democrazia venga bloccata per azione del peso politico di alcuni sindacati. Questo non è che l’ ultimo tassello di un sistema insensato e arrogante di misurazione della rappresentatività sindacale.

La Gilda degli Insegnanti, pur dovendo partecipare alle elezioni, non si è mai stancata di sottolineare abusi e ingiustizie di questo procedimento.

Il successo della Gilda degli insegnanti e l’ insensatezza di questo sistema di rappresentatività

Il consenso da essa ottenuto permetterà alla nostra Associazione, con più credibilità, di portare all’attenzione della società civile, l’insensatezza di un sistema di misurazione della rappresentatività che mortifica gli insegnanti ed è privo di comune logica.

I decisori politici dovranno comprendere che, misurare la rappresentatività nazionale dei sindacati scuola attraverso le elezioni delle RSU, corrisponde a pretendere di eleggere il Parlamento attraverso le elezioni di condominio e che docenti ed ATA, professionalità totalmente diverse, hanno diritto di scegliersi ciascuno i propri rappresentanti.

Ora che è finita possiamo dirlo: queste elezioni sono una cosa indecente ! Soprattutto in un ambiente, come quello della Scuola, che ha come missione la trasmissione dell’ educazione e della cultura della legalità.

Le cosiddette regole che contraddistinguono le elezioni RSU non hanno nulla a che vedere con il diritto pubblico, ma si svolgono in un’Istituzione dello Stato !

Non garantiscono nulla a nessuno, perché si basano sulla legge del più forte.

Perché questo dossier

Abbiamo ritenuto importante raccogliere dati in tutta Italia a testimonianza di come si svolgano queste elezioni : il quadro che ne emerge e che è riportato in questo allegato è- per usare un eufemismo- sconfortante.

Tanto per citare qualche esempio, vediamo che i ricorsi contro le irregolarità vengono proposti ad un comitato detto dei “garanti”, ebbene chi sarebbero questi garanti ? I rappresentanti degli stessi sindacati presentatori di lista ! “Ma mi faccia il piacere!”, direbbe Totò.

Dove sta il principio costituzionale del giudice terzo ?

Oppure, segnaliamo un’esilarante decisione di un comitato dei garanti per tutte: a Trieste è stato accolto un ricorso che ha ammesso al voto una lista priva di candidati !

Ora, se è vero che, nella maggior parte delle scuole, la correttezza delle singole persone ha garantito uno svolgimento quasi normale delle operazioni elettorali, non possiamo neppure nasconderci che ne sono successe veramente di tutti i colori: candidati costretti a ritirarsi perchè in quella scuola il Dirigente o il DSGA apparteneva ad un determinato sindacato e quindi non era igienico esporsi; liste organizzate direttamente dal Dirigente; liste di ATA e docenti sotto l’egida del sindacato dei dirigenti; tentativi, in qualche caso riusciti, di far annullare le nostre liste con cavilli di ogni sorta.

In qualche caso estremo anche minacce e misteriose sparizioni di voti nottetempo.

Se avessimo perso le elezioni avremmo dovuto tacere, gli sconfitti che denunciano le irregolarità sono meno credibili; siccome abbiamo vinto, abbiamo il dovere di denunciare con forza quanto abbiamo visto, non solo per noi, ma per tutti.

Per primo bisogna chiedere un sistema diverso di voto per misurare la rappresentatività sindacale, che non abbia connessione diretta con le elezioni delle RSU, poi bisognerà pure che questo Paese si chieda una volta per tutte di che Scuola ha bisogno, e che quindi tutto il resto sia coerente con i fini istituzionali ed educativi che le sono propri.

Cronaca

Candidati “scippati” all’ultimo momento, “sgambetti” tesi da sigle avversarie, richieste di regolarizzazioni inutili delle liste, dirigenti scolastici che utilizzano il proprio ruolo per condizionare il risultato delle elezioni, tempi biblici per conoscere il responso delle urne.

È una cronaca di irregolarità e soprusi quella descritta da candidati e terminali associativi della Gilda degli Insegnanti impegnati nelle elezioni nazionali delle RSU il 4, 5 e 6 dicembre 2006 e raccolte in queste brevi note.

Emblematico il titolo scelto per sintetizzarne il contenuto: istruzioni per l’uso (s)corretto, ovvero come mettere i bastoni tra le ruote all’unico sindacato di settore indipendente da qualunque forza politica, e che, senza condizionamenti di sorta, è in grado di esprimere tutto il disagio della scuola italiana.

Esse sono il frutto delle numerose segnalazioni e denunce lasciate dagli iscritti al sindacato nel forum on line, aperto sul sito dell’organizzazione dopo le elezioni. Per rendere più agevole la lettura, abbiamo suddiviso il materiale a nostra disposizione in brevi paragrafi aventi ad oggetto delle particolari irregolarità.

Nella parte finale sono esposte le considerazioni di alcuni dirigenti sindacali che, nel commentare le vicende riportate dai colleghi, avanzano una serie di proposte sia per evitare nel futuro il ripetersi di esse sia per segnalare l’opportunità di un cambiamento delle regole anche al fine di realizzare in pieno il principio di rappresentatività.

LA DIASPORA FORZATA DEI CANDIDATI

Un fenomeno più volte segnalato è lo strano ed improvviso venir meno della disponibilità dimostrata da colleghi disposti a candidarsi o comunque ad appoggiare le liste Gilda-Unams.

Il 30 ottobre 2006 un iscritto di Vercelli riferisce di aver ottenuto la sottoscrizione della lista da parte di due colleghe aderenti alla Cisl. Dopo aver protocollato l’elenco dei candidati e averlo consegnato alla segreteria della scuola, il docente viene a sapere che il dirigente scolastico ha “convinto” le due insegnanti a ritirare la firma attraverso una rinuncia.

Analoghi episodi si registrano a Frosinone e a Napoli, dove una collega che doveva sottoscrivere la lista Gilda-Unams diventa misteriosamente irreperibile.

A Potenza il ritiro della firma di sottoscrizione della lista da parte di due iscritte è avvenuto in tempi tali da non permetterne la regolarizzazione. Anche in questo caso ci sarebbe stato l’intervento interessato di un rappresentante della Cisl.

Il 4 dicembre da Napoli un'altra notizia : un iscritto Gilda si è candidato con l’Associazione nazionale presidi (Anp), nonostante la lunga militanza nel sindacato. “Al richiamo di squadra del sindacato di appartenenza – si legge nel messaggio lasciato nel forum – spesso prevale la richiesta del dirigente”.

L’AFFARE REGOLARIZZAZIONI

Con il Dpr 445/2000, le modalità di presentazione delle liste elettorali è cambiata. Mentre prima la regolarizzazione da parte del dirigente scolastico o di un pubblico ufficiale era conditio sine qua non per l’ammissione delle liste, oggi è possibile l’autentica delle firme dei candidati e dei sottoscrittori da parte del dirigente sindacale provinciale. Una procedura che, in linea con l’autocertificazione prevista dal decreto Bassanini del ’97, snellisce la pratiche burocratiche all’interno della pubblica amministrazione. Ciononostante, molti presentatori delle liste sono stati osteggiati dalle altre sigle sindacali e dai dirigenti scolastici. A Napoli, per esempio, si sono verificati casi di dirigenti scolastici, nonché segretari provinciali di altri sindacati, che hanno contestato le liste presentate dalla Gilda con autocertificazione e poi hanno preso carta e penna per scrivere agli altri dirigenti scolastici, alle Rsu e alle commissioni elettorali per additare a tutti i “fuorilegge”. Nella stessa città il sindacato è stato costretto a ricorrere alla diffida contro due commissioni che avevano rifiutato le liste della Gilda perché presentate con autocertificazione.

FUORI TEMPO MASSIMO. MA SI CHIUDE UN OCCHIO… ANZI, DUE

Messaggio inviato da Perugia l’11 novembre: “ieri ho fatto un’assemblea e ho scoperto che lo Snals ha presentato una quarta lista [oltre a Cgil, Gilda-Unams e Cisl], non ancora protocollata il 10 novembre”.

Ci spostiamo a Napoli, 3 dicembre: “Laddove le commissioni si sono costituite dopo la compiacenza dei dirigenti scolastici, falsificando il protocollo, facendo, insomma, una serie di falsi”.

Sempre riguardo la scadenza per la costituzione della commissione elettorale, fissata dal regolamento per il 4 novembre, da Vercelli un iscritto riferisce che “Cgil, Cisl e Uil affermano di aver interessato le segreterie nazionali e i loro uffici legali che hanno assicurato con fermezza il termine del 4 novembre è ordinatorio e non perentorio. A questo punto – commenta sarcasticamente l’autore del messaggio – perché dovrebbe essere ‘perentoria’ la data del 7 novembre per lo scrutinio?”.

E arriviamo, dunque, allo spoglio delle schede e alla dichiarazione dei risultati. Milano, 5 dicembre: in una scuola, “in barba al regolamento elettorale, le operazioni di voto si sono concluse il 4 dicembre e il fax al nazionale è stato inviato alle 11.25 di oggi”. Episodio analogo a Firenze, dove il 5 dicembre un delegato scrive che “solo alle 13.08 di oggi ho avuto i primi risultati Rsu. Non è, comunque, un caso isolato: in un altro circolo didattico hanno votato solo ieri”. Gli fa eco un collega di Messina che il 5 dicembre scrive: “Anche in qualche comune di questa zona c’è stato lo spoglio in data odierna”. E se in molti casi i tempi si dilatano, si registrano anche situazioni in cui, invece, si restringono a tal punto, sempre in barba al regolamento, da impedire a molti insegnanti di esprimere il loro voto”. Da Napoli, 4 dicembre: “Alla mia scuola questa mattina ho trovato il seggio chiuso perché hanno deciso di tenerlo aperto soltanto dalle 8.30 alle 11.30” .

Nuoro, 12 dicembre: “Molte scuole stanno rifiutando l’invio dei verbali contrariamente al loro dovere puntualmente precisato nella circolare Aran. La scuola DEVE trasmettere copia dei verbali alle OO.SS entro 48 ore, altrimenti non sarebbe possibile alcuna verifica di correttezza”.

INGERENZE E MINACCE PIÙ O MENO VELATE

Napoli, 6 dicembre: “In una scuola un Dsga (Direttore dei servizi generali amministrativi, ndr), che – si sottolinea ironicamente nel messaggio – per puro caso ha presentato una lista Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche, ndr), ha detto ai suoi assistenti amministrativi: ‘Siete in sei. Se non escono sei voti per la lista Anquap, ci saranno delle ritorsioni’. Risultato? I sei fifoni hanno votato tutti per la lista in questione”.

Citiamo ancora due casi accaduti a Napoli. 2 dicembre: “Ieri la nostra candidata è stata oggetto di una violenta aggressione verbale da parte del dirigente scolastico, nonché della sua collaboratrice imposta dallo stesso dirigente come presidente della commissione elettorale. La collega è stata aggredita e minacciata (il dirigente scolastico si è lasciato andare nei suoi confronti a parole ingiuriose anche contro la Gilda degli Insegnanti, il Sam e il Cossma)”.

4 gennaio 2007: “Una vicepreside candidatasi con l’Anp ha detto chiaramente a voce alta in sala professori: ‘Colleghi, ve lo dico ora così non potete dire che non vi ho avvertito: chi non mi vota, l’anno prossimo avrà un orario pessimo e potrà dimenticare il sabato libero”.

Minacce simili a Potenza. Questo messaggio, datato 9 dicembre, denuncia: “Il Dsga ha minacciato i miei colleghi aula per aula. Gli argomenti: no al riposo compensativo; niente flessibilità; ti mando a fare supplenze nell’altro plesso; se non mi votate, perderemo il plesso [omissis] a causa del dimensionamento’. Risultato: eletti il Dsga e una collaboratrice del dirigente scolastico. La signora in questione ha fatto credere ai colleghi che, una volta rieletta, avrebbe potuto continuare a battersi affinché il circolo non perda il plesso in questione e non ci siano le relative conseguenze sull’organico. Insomma, si vuol far credere che la Rsu abbia un potere che, invece, non le spetta”.

ANALISI E PROPOSTE

Alla luce di quanto denunciato durante e dopo la tornata elettorale del dicembre scorso, alcuni rappresentanti della Gilda degli insegnanti hanno sottolineato quelle che ritengono le maggiori criticità del sistema di votazione ed hanno presentato una serie di proposte per non assistere più a elezioni “mascherate”, come qualcuno le ha definite.

I dissensi più frequenti sono rivolti al meccanismo elettorale, incapace di realizzare in pieno il principio di rappresentatività.

Vari sono i suggerimenti: la Gilda di Vicenza chiede che l’elezione avvenga sulla base di liste provinciali o, più semplicemente, di non considerare più il risultato delle elezioni Rsu come parametro di rappresentatività sindacale nazionale.

La Gilda di Vercelli propone un modello di rappresentanza non più legato al singolo istituto, ma a un più ampio livello territoriale che definisca in sede di contrattazione integrativa locale qualche “paletto” alla contrattazione di istituto per evitare, come accade ora, che due scuole nella stessa città abbiano tipologie di contratto talvolta profondamente diverse.

L’alternativa illustrata dai colleghi di Napoli si articola in quattro punti: votare ogni quattro anni, cioè quanto dura un contratto nazionale; la possibilità di presentare le liste sindacali in tutte le scuole d’Italia previa raccolta di un numero ragionevole di firme di sottoscrittori, su base provinciale e/o nazionale; delocalizzare la contrattazione integrativa, facendola passare dalla scuola al livello regionale e provinciale in base alla tipologia di scuole, qualora si voglia mantenere l’elezione della Rsu nella singola scuola dare la possibilità di candidarsi senza obbligatoriamente presentarsi con una sigla sindacale.

Diversamente la Gilda di Firenze propone di chiedere che anche la lista Rsu, meglio se provinciale, preveda degli apparentamenti obbligatori ad una sigla sindacale e, al fine di evitare l’eccessiva polverizzazione delle sigle sindacali, pensa a un meccanismo elettorale che, imponga l’obbligo di un numero consistente di iscritti, non meno di cinquemila certificati dal Tesoro.

La Gilda di Teramo, infine, pone l’accento sulla necessità di avere un sistema di voto che, così come avviene per le elezioni amministrative e politiche, dia la possibilità di esprimersi “liberamente, compiutamente e singolarmente” sui due diversi quesiti elettorali mirati da una parte a decidere la composizione del collegio Rsu d’istituto e, dall’altra, di concorrere a definire i sindacati rappresentativi a livello nazionale.


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 17 Sep, 2007 on 06:39
GILDA: ELEZIONI RSU: ISTRUZIONI PER L’USO
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