Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Sindacale (Archivio 3)
author message
CISAL Scuola Lombardia: Comunicato 18 settembre 2007
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. CISAL Scuola Lombardia: Comunicato 18 settembre 2007
Reply to this topic with quote Modify your message
Corsi e ricorsi della scuola italiana: le antiche novità

Nell'insegnamento scolastico del primo periodo dopo la seconda guerra mondiale, ai fanciulli ed adolescenti che venivano avviati al primo insegnamento, venivano consegnati, o, a seconda i casi, fatti comprare dalla famiglia, due quaderni, uno a righe per imparare a scrivere in lingua italiana ed un a quadretti per l'apprendimento della matematica., Le righe del primo quaderno, tracciate in due rette parallele, larghe poco più di mezzo centimetro, ad intervalli equidistanti, riempivano tutti i fogli del quaderno e venivano utilizzate per incominciare a scrivere, precise, le lettere dell'alfabeto italiano.
Il secondo quaderno, invece, il cui fogli erano appunto quadrettati, portavano disegnato nel retro dell'ultimo foglio, un grande quadrato, denominato "tavola pitagorica", in gergo più comune detto "tabellina".
In questo quadrato erano scritti, sia in verticale che in orizzontale i numeri dall'uno al dieci in modo tale che, rapportando le unità poste in fila verticale, alle corrispondenti unita poste sulla linea orizzontale, ci si poteva rendere conto perché due per due doveva dare come risultato il numero quattro e perché due per dieci, doveva dare come risultato venti.
Le righe parallele che poi, di anno in anno fino alla quarta elementare, andavano sempre più restringendosi, in sostanza, servivano a rendere alla mente, il senso dell'equilibrio da tenere, nello scrivere, con ampia ripercussione sull'equilibrio psichico del fanciullo, mentre le "tavole pitagoriche", le "tabelline", a loro volta, determinavano che il risultato delle varie interposizioni dei numeri, non poteva essere diverso da quello ivi determinato procurando, così, certezze ineludibili, tanto necessarie, nella formazione del tenero sentimento e del pulito pensiero del fanciullo.
Equilibrio e sicurezza dunque; quale altro massimo compito poteva prefiggersi la scuola nei momenti dei primi impatti dell'insegnamento della conoscenza al fanciullo, nella missionaria, delicata intesa di porre le prime basi per la formazione di quell'intelletto che poi, doveva essere avviato alla concretizzazione delle varie azioni della vita del fanciullo prima e dell'uomo dopo.
Era la derivazione dell'insegnamento dato ai nostri padri che su quella base, pur impossibilitati, spesso non per incapacità proprie, ad arrivare a diplomi e lauree, nella realtà della vita, erano stati capaci di disbrigare in maniera equilibrata e precisa, pur tra immani disastri, tutti i compiti inerenti alla tutela delle proprie essenze, di quelle dei loro figli e di quelle delle loro famiglie.
Ebbene, da qualche giorno si legge che questo modo di distribuzione di equilibri dovrà ritornare nell'insegnamento scolastico, fino dalla prima infanzia.
Non si parla comunque di disegnare aste, come ai noi era stato insegnato di fare, cosa che non desterebbe scandalo se di nuovo fossero oggetto di insegnamento della prima infanzia appunto, ma di tabelline, di grammatica, di sintassi, di storia, di geografia quali elementi di studio da rendere di nuovo, agli scolari della scuola primaria della nuova generazione italiana.
Certo non è poco questo senso del ritorno alla necessaria sostanza dell'insegnamento, invocata e voluta dalle nuove menti addette all'organizzazione della scuola italiana, che, comunque non va distratta dal nuovo contesto europeo e tecnologico cui gli allievi devono essere avviati.
Bisognava proprio aspettare che il modernizzato insegnamento producesse nella società risultati così catastrofici per l'andamento della società civile, laddove gli scarni e futili insegnamenti proposti dalla scuola nel corso di un quarantennio, presentavano alla vita persone impreparate sia culturalmente che civilmente.
Le tabelline, sviluppate anche in equazioni, in teoremi, in logaritmi, avevano reso all'allievo il senso dell'impegno non solo per il raggiungimento certo del risultato matematico, ma pure in rapporto al compimento pratico delle proprie azioni che sviluppate insieme al senso dell'equilibrio acquisito con le righe dei quaderni, nonché nella misura delle regole grammaticali, della conoscenza della storia e della geografia, avevano formato l'uomo.
Quell'uomo che, per vivere in civiltà, doveva misurare i propri eventi con gli eventi del passato e con quelli delle persone che contemporaneamente vivevano in altri spazi regionali della propria nazione e del proprio continente.
Quell’uomo che, in questo acquisito equilibrio, doveva andare a confrontarsi in sostanza, con le regole della vita e formarsi, adulto, artigiano, operaio, commerciante, imprenditore, professionista, uomo politico, genitore,intrecciando con gli esseri al lui intono, quei sani rapporti di convivenza che nobilitavano anche il mondo del lavoro in generale e l'acquisizione della propria sussistenza in particolare.
La continuità di quel tipo di insegnamento che oggi si invoca, spezzata da quarant'anni di insensate modifiche del sistema dell'istruzione dei fanciulli e dei giovani della nostra nazione, non avrebbe portato alla becera affermazione dell'individualismo che in questi ultimi tempi ha sconquassato, il sistema socio-economico della nostra nazione.
Ha spersonalizzato in maniera iniqua i rapporti del mondo del lavoro in particolare, laddove il concetto di privatizzazione della aziende, ristrutturazioni poco opportune, mobbing, hanno in modo inverecondo, annientata la dignità del lavoratore e di quella delle loro famiglie, in cambio della sola smisurata crescita dei profitti.
La Storia, quella con la lettera maiuscola, diceva il grande filosofo napoletano Gianbattista Vico è fatta di corsi e ricorsi, mi auguro, quale operatore del mondo culturale e del mondo del lavoro, ma soprattutto quale uomo per il bene dei nostri nipoti, da individuare non solo in quelli che vanno a studiare all'estero, che questo ritorno, in questi giorni auspicato per il bene dell'insegnamento scolastico, abbia ad essere attuato quanto prima ed a durare per sempre nel tempo, ai fini dell'affermazione definitiva del vivere civile.

Dott. Giacinto Sica
Segretario Generale
CISAL Lombardia


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 19 Sep, 2007 on 09:40
CISAL Scuola Lombardia: Comunicato 18 settembre 2007
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne