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ISTITUTI TECNICI INDUSTRIALI
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Amos
1. ISTITUTI TECNICI INDUSTRIALI
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Il giorno 03 dicembre scorso si è tenuta presso la sede di Torino del Collegio Periti Industriali delle provincie Alessandria Asti Torino, la riunione preliminare organizzata organizzata dal Collegio Periti Industriali Al-At-To con i Dirigenti Scolastici degli Istituti Tecnici Industriali ed Unione Industriale.
Lo scopo della riunione è stato, la comune preoccupazione, relativa al futuro della formazione tecnica superiore, alla luce delle indicazioni apparse nelle recenti notizie e pubblicazioni ufficiali (Relazione Prof. Bertagna), inerenti alla “riforma degli ordinamenti scolastici”.
Tutti i partecipanti hanno manifestato grande preoccupazione per il futuro degli Istituti Tecnici Industriali, in particolare per il “pericolo” di scomparsa del titolo “Perito Industriale” ma soprattutto di quelle competenze professionalità e specializzazione che distinguono la tipologia di formazione dagli altri indirizzi; in particolare il Dott.Abate dell’Unione Industriale , già preoccupato del calo di diplomati “Perito Industriale” da quanto emerso dalle percentuali pubblicate dal “Primo rapporto 1997 dell’Osservatorio su formazione e lavoro della città di Torino” che indica tra il 1995 e il 2000 un calo del 40% di diplomati ed una ulteriore proiezione di calo del 10 % per il 2007 pari ad un dimezzamento di diplomati “Periti Industriali” manifesta grande preoccupazione per il rischio di scomparsa di tale “figura professionale” richiesti nell’industria per la adeguata formazione di base, la specializzazione tecnica di livello superiore e l’alta flessibilità di impiego. Il timore dei Dirigenti Scolastici è nell abbassamento di un livello formativo ormai consolidato, che sa dare una formazione culturale superiore ed una professionalità specialistica ad elevato livello, grazie alla suddivisione dei titoli in 26 diverse specializzazioni; il che ne definisce un tipo di formazione unico nel nostro sistema scolastico formativo, dando al diplomato un’ampia spendibilità del proprio titolo e competenze, l’attuale Perito Industriale può accedere direttamente con competenza al mondo del lavoro, proseguire con gli studi universitari, e previo un periodo di praticantato svolgere la Libera Professione. Queste competenze non possono scomparire dal nostro ordinamento scolastico, pertanto Il Dott.Abate dell'Unione Industriale propone la soluzione alternativa all’appiattimento della formazione tecnica prospettato per la futura riforma; tenendo conto della necessità dell’adeguamento ai 18 anni per unificazione europea, propone un corso di 4 anni che mantenga le caratteristiche dell’attuale Istituto Tecnico Industriale al termine del quale come per i Licei ci sia un esame di stato che consenta l’accesso alle facoltà universitarie ed un successivo anno di specializzazione che conservi il titolo di Perito Industriale o equipollente e le rispettive competenze, questo ulteriore anno potrebbe essere un anno di IFTS istituzionalizzato, che amplierebbe le possibilità dei giovani dando crediti all’accesso universitario. A questa proposta, tutti i partecipanti, concordano e ritengono che una riforma indirizzata in tal senso garantirebbe sia il mondo del lavoro che la professionalizzazione tecnica dei diplomati; in tal modo si eviterebbe il pericolo di un ripetersi di quanto già avvenuto nel settore paramedico degli Infermieri Professionali anni fa, dove la modifica del tipo di istruzione ha portato ad una carenza di 40.000 Infermieri Professionali nel settore Sanità.
Il Collegio Periti Industriali esprime la preoccupazione per fatto che non si parli di Istituti tecnici Industriali ma solo di Licei e formazione Tecnica che come prospettata si configura in una formazione professionale evoluta ma non con le competenze dell’attuale Perito Industriale.
A conclusione si concorda che Il Collegio Periti Industriali di Alessandria Asti Torino, provvederà all’ organizzazione di una conferenza stampa a livello nazionale alla quale parteciperanno anche Unione Industriale e Dirigenti Scolastici degli Istituti Tecnici Industriali.

Il Collegio periti industriali ha organizzato la Conferenza stampa per il giorno 14/12/2001 alle ore 11, presso l’I.T.I.S. Amedeo Avogadro di Torino in Corso San Maurizio 8
Siete invitati a parteciparvi e a diffondere questo comunicato ai: Docenti, Industrie e Studenti.

Date: 09 Dec, 2001 on 02:12
jago
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2. La proposta di Andrea Florit sui cicli scolastici
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"Vi invito alla lettura e al commento della proposta di Andrea Florit in risposta alla riforma dei cicli di Bertagna, apparsa sul sito dei Precari
veneziani, all'indirizzo:
http://web.tiscali.it/alpebra/ProCpds/Cpds/Bacheca01/proposta1.htm

E' una proposta che parte dal presupposto che comunque ci sarà la riduzione di un anno nel percorso scolastico (pur nella consapevolezza che la durata attuale non andrebbe toccata)."

LO STATO DELLE COSE
Parto da alcuni dati che desidero considerare come acquisiti (data anche l'opinione diffusa della loro effettiva realizzazione):
- si avverte l'esigenza ministeriale di accorciare da 13 a 12 anni il percorso scolastico degli alunni, o per lo meno - io direi - di quelli che
dimostrano di essere in grado di raggiungere gli stessi obiettivi formativi con un anno di anticipo, in particolare per permettere un accesso precoce all'Università o al mondo del lavoro (sia chiaro che l'attuale distribuzione sarebbe graditissima);
- il problema dell'onda anomala rende complicato inserire la "sparizione" dell'anno scolastico in questione sia alle elementari che alle medie, mentre diventa più agevole l'accorciamento del quinquennio di II grado,
anche se da più parti è stata sottolineata la necessità, soprattutto per alcuni corsi delle superiori, di mantenerne la durata attuale;
- la legge Finanziaria per il 2002 ha introdotto il nuovo criterio degli "organici di istituto" che basano la propria consistenza sul numero degli
alunni e non più su quello delle classi, determinando già dall'anno prossimo un consistente riassestamento delle disponibilità dei posti;
- l'ipotesi Bertagna indica una drastica riduzione delle ore settimanali di frequenza in tutte le classi che, sommandosi alla possibilità di estendere fino a 24 ore l'orario settimanale dei docenti, comporterà un ulteriore calo occupazionale.

LA PROPOSTA FLORIT
La mia proposta di riforma dell'ordinamento scolastico si fonda sulla possibilità di diversificare l'iter scolastico dopo il secondo anno della scuola secondaria di II grado, offrendo la possibilità di un tragitto
alternativo più qualificato e più breve, anche se di maggiore impegno. La espongo per punti.
1. La riforma del percorso scolastico interessa, come nel progetto Bertagna, solo le scuole superiori e può partire già dall'a.s. 2002/03 con
le classi prime (coinvolte solo a livello informativo e progettuale).
2. Gli alunni delle classi prime vengono informati che il loro rendimento (in termini di conoscenze, competenze e capacità possedute e/o acquisite, comportamento incluso) verrà specificamente valutato nel corso del biennio
allo scopo di individuare gli studenti candidati ad accedere, in luogo del triennio conclusivo, ad un "biennio avanzato" (BA). Questo permetterà loro, se vorranno, di concludere gli studi superiori in soli 4 anni.
3. Gli istituti possono organizzare tutte le attività integrative necessarie al potenziamento degli alunni intenzionati ad accedere al BA.
4. Alla fine del secondo anno, tra gli alunni che hanno presentato domanda di accesso, l'organo collegiale di valutazione della classe individua gli
allievi che vengono ammessi al BA.
5. Alla fine del primo biennio, pertanto, ogni istituto ha la possibilità di attivare due corsi paralleli per ogni indirizzo:
- uno "tradizionale" di durata triennale (secondo gli attuali programmi e l'orario settimanale deciso dal MIUR);
- uno "avanzato" di durata biennale (con nuovi percorsi formativi elaborati dalla scuola e con un orario settimanale incrementato di 5-6 ore rispetto al corso tradizionale).
Le scuole hanno pertanto davanti due interi anni scolastici per poter progettare i nuovi programmi "avanzati".
6. Il numero dei corsi "avanzati" attivabili e il numero degli alunni per ciascun corso (che indicativamente potrebbero essere da 8 a 18-20) viene stabilito sulla base delle preferenze degli alunni tra i due percorsi, della disponibilità oraria dei docenti e dell'organico di istituto, in modo che ne sia garantita la stabilità.
7. In caso di insuccesso alla fine del primo anno "avanzato", l'alunno può ripetere l'anno "avanzato" ovvero, su sua richiesta e su giudizio dei docenti, iscriversi direttamente al 4° anno tradizionale (il secondo del
triennio conclusivo) senza perdita di anni rispetto al corso tradizionale.
8. Alla fine del triennio tradizionale e del biennio avanzato gli alunni affrontano lo stesso esame di Maturità (secondo le regole stabilite dal
MIUR). Pertanto i primi maturi diciottenni si potranno avere già tra 4 anni scolastici. L'eventuale futura abolizione del valore legale del titolo di studio potrebbe rendere significativa la modalità del suo conseguimento.
9. In questo modo si garantisce a tutti gli alunni il diritto ad una formazione superiore quinquennale, ma si permette ai ragazzi più impegnati di accedere all'Università o al mondo del lavoro con un anno di anticipo.
10. L'organizzazione dei corsi "avanzati" rientra nel potere decisionale "autonomo" di ogni singolo istituto e costituisce parte integrante del Piano per l'offerta formativa, anche quale possibile indice di qualità del servizio offerto. Non si esclude in tal senso che un Liceo Classico o Tecnologico, come esempio, possa ritenere indice di qualità il mantenere
quinquennali tutti i propri corsi o che un Liceo Economico, al contrario, possa ritenere più qualificante l'attivazione del maggior numero possibile di corsi quadriennali (anche se logica e statistica indicano che mediamente la maggior parte dei corsi dovrebbe rimanere tradizionale). Il POF quindi avrà il compito di informare le famiglie e gli studenti sui possibili percorsi formativi che potranno incontrare in quella scuola.
11. Questo tipo di organizzazione didattica rende anche possibile un più proficuo utilizzo delle reti di scuole o della collaborazione tra istituti, dato che alcuni studenti di una scuola potrebbero accedere ad un corso avanzato attivato in un altro istituto, che potrebbe fornire in cambio altri alunni interessati ad un corso (avanzato o tradizionale) istituito
nella prima scuola.
Da sottolineare inoltre che il risultato conseguito da un alunno alle medie ed il suo rendimento nei primi due anni delle superiori, entrando nei criteri di valutazione per l'accesso al "percorso breve", possono diventare uno stimolo di non poco conto, incrementando quella motivazione allo studio e alla formazione di cui tanto si avverte la mancanza proprio in questa parte del percorso scolastico."


andrea carlo
Date: 15 Dec, 2001 on 16:51
ISTITUTI TECNICI INDUSTRIALI
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